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Soft cell: la nuova geometria senza spigoli è testata in microgravità

Un viaggio multidisciplinare tra geometria naturale, scienza dei materiali e sperimentazione spaziale.

Nel settembre 2024, un team di matematici dell’Università di Oxford e della Budapest University of Technology and Economics ha annunciato una scoperta affascinante: una nuova classe di forme geometriche capaci di tassellare lo spazio tridimensionale senza ricorrere ad angoli o spigoli netti. Queste strutture, ribattezzate soft cell, non sono mere astrazioni matematiche, rappresentano modelli geometrici reali che si manifestano in modo sorprendente nella natura, dalla disposizione delle conchiglie marine alla struttura delle cellule muscolari.

Ma l’impatto di questa scoperta è andato ben oltre la teoria. Nell’ambito della missione spaziale Axiom-4, una di queste form, la cosiddetta f2 cell, è stata portata a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) per un esperimento pionieristico condotto in microgravità. L’obiettivo: esplorare le proprietà dinamiche e geometriche delle soft cell in un ambiente privo degli effetti gravitazionali terrestri. Un’impresa che, per la sua eleganza e valore scientifico, è stata ribattezzata dallo stesso comandante della ISS Takuya Onishi come “l’arte della scienza”.

Cosa sono le soft cell: geometria senza spigoli

Le soft cell rappresentano un nuovo paradigma nella geometria tridimensionale. A differenza dei poliedri classici, definiti da spigoli rettilinei e facce planari, le soft cell sono composte da superfici minime che curvano dolcemente nello spazio. La loro struttura mantiene una suddivisione regolare dello spazio (tassellazione), ma evita completamente gli angoli acuti o le superfici piane tradizionali.

Queste forme:

  • Sono definite da vertici, spigoli e facce, come i poliedri, ma in maniera “morbida”;
  • Utilizzano superfici minime tra gli spigoli curvi, analoghe a quelle osservabili in bolle di sapone;
  • Presentano simmetrie naturali e ottimali per la distribuzione di stress meccanico e fluidodinamico.

Questa geometria trova riscontro nella morfologia cellulare e in numerosi sistemi biologici, dove la distribuzione delle forze meccaniche e l’equilibrio energetico portano naturalmente a forme curve e continue.

Dalla teoria alla microgravità: la f2 cell nello spazio

Tra tutte le configurazioni scoperte, la f2 cell si distingue per il suo valore estetico e sperimentale. Si tratta di una struttura composta da superfici che, seppur definite matematicamente, assumono un aspetto estremamente organico e armonico.

Nel contesto della missione Axiom-4, condotta in collaborazione con NASA, Axiom Space e il programma spaziale ungherese HUNOR, è stata sviluppata un’idea innovativa: portare nello spazio uno scheletro fisico della f2 cell e riempirlo con acqua per osservare come le superfici fluide si adattano alla struttura in assenza di gravità.

Questo processo ha richiesto:

  • 6 mesi di progettazione tra Budapest, Axiom e NASA;
  • Sviluppo di protocolli sperimentali da zero, poiché non esistevano precedenti;
  • Modifiche in tempo reale a bordo della ISS, sotto il comando di Peggy Whitson e con il contributo di Tibor Kapu.

Il risultato è stato un successo clamoroso: il comportamento del fluido ha evidenziato forme e fenomeni fluidodinamici impossibili da ottenere sulla Terra. Le superfici d’acqua all’interno della struttura hanno ricreato in modo fedele e spettacolare la geometria teorica della soft cell.

L’importanza scientifica: implicazioni per biologia, architettura e materiali

Biologia e tessuti cellulari

Molte strutture biologiche, come i tessuti epiteliali e muscolari, seguono logiche geometriche basate su ottimizzazione delle superfici. Le soft cell offrono un modello più aderente alla realtà biologica rispetto ai tradizionali modelli poliedrici.

  • Tessuti con curvature complesse possono essere simulati con maggiore accuratezza;
  • Le soft cell permettono di studiare la meccanica cellulare in condizioni ideali.

Architettura e design bio-ispirati

La possibilità di tassellare lo spazio senza angoli retti apre nuove prospettive in architettura e ingegneria civile:

  • Strutture più fluide e armoniche, ispirate alla natura;
  • Distribuzione efficiente delle tensioni meccaniche;
  • Potenziale per materiali e componenti edilizi completamente nuovi.

Edifici ispirati alle soft cell potrebbero risultare più resistenti ai carichi dinamici e offrire migliori performance termiche e acustiche.

Scienza dei materiali e ingegneria spaziale

In ambiente spaziale, le geometrie ottimizzate sono fondamentali per:

  • Minimizzare il peso delle strutture;
  • Ottimizzare la gestione di liquidi e gas in microgravità;
  • Sviluppare habitat spaziali bio-compatibili e modulari.

Educazione scientifica: un esperimento per le scuole diventato icona della ricerca

Uno degli aspetti più affascinanti dell’intero progetto è che l’esperimento era originariamente pensato come dimostrazione educativa per studenti delle scuole superiori. L’obiettivo era spiegare i concetti di superficie minima e geometria spaziale in modo visivo e coinvolgente.

Il successo dell’esperimento ha però travalicato l’ambito didattico, diventando un caso studio internazionale. La sua diffusione è stata amplificata da riviste specialistiche, divulgatori scientifici e università, tra cui l’Università di Oxford, che ha ospitato una lezione pubblica tenuta da Gábor Domokos.

Il futuro delle soft cell: tra matematica e applicazioni reali

L’esperimento della soft cell nello spazio rappresenta un perfetto esempio di come la ricerca scientifica possa evolversi da una teoria matematica astratta a un’applicazione concreta e multisettoriale. Le prossime sfide riguarderanno:

  • La modellazione computazionale avanzata delle soft cell;
  • La loro produzione fisica tramite stampa 3D, in materiali flessibili e rigidi;
  • L’integrazione in dispositivi biomedicali, come scaffold per la rigenerazione cellulare;
  • L’utilizzo in architetture spaziali e terrestri di nuova generazione.

L’arte della scienza come visione del mondo

Come ha affermato il comandante Takuya Onishi, ciò che è stato osservato nello spazio non è solo un esperimento scientifico, ma una vera e propria opera d’arte scientifica. La connessione tra forma, funzione e bellezza si manifesta in pieno nelle soft cell, simbolo di una nuova frontiera della ricerca interdisciplinare.

La loro esplorazione continua ad alimentare il dialogo tra matematica pura, scienza applicata e creatività umana, segnando una tappa fondamentale nella comprensione della geometria naturale e del potenziale che può offrire alla nostra vita—sulla Terra e oltre.