Ultim’ora – Dimenticate per sempre il mare cristallino: da oggi farete il bagno in acqua nera | L’allarme è scattato

Una minaccia incombe (pixabay.com) - www.sciencecue.it
Un’indagine ha messo in luce che gli oceani del pianeta, compresi quelli italiani, stanno gradualmente cambiando: ecco come.
Nelle profondità del mare si nascondono i segreti più reconditi e le epoche a noi più o meno sconosciute in assoluto nella storia che si è avvicendata sul nostro globo.
Il mare è riflesso di quello che succede nei cieli: plumbeo quando minaccia tempesta, azzurrino e rassicurante quando questa sembra essere definitivamente passata.
Un cambiamento che avviene in modo silenzioso ma sempre più visibile interessa i mari del globo, che stanno subendo un cambiamento di gradualità.
Non si tratta di una modifica visibile a occhio nudo, ma di una trasformazione evidenziata dalla ricerca scientifica: i mari, compresi quelli italiani, stanno evolvendosi, il che non rassicura affatto.
Lo studio cardine
Un recente studio pubblicato su Global Change Biology e condotto da un team internazionale di studiosi dell’Università di Plymouth (riportato da In Italia Magazine) ha scoperto che dal 2003 al 2022 il 21% delle acque marine ha fatto registrare un oscuramento significativo. Questa diminuzione della luce ha conseguenze enormi: la “zona fotica”, la parte della colonna d’acqua che riceve luce fino a circa 200 metri di profondità, rappresenta il fondamento della vita marina.
Qui avviene la fotosintesi del fitoplancton, piccoli organismi vegetali che costituiscono il primo livello della catena alimentare oceanica e sono responsabili di una quota significativa della produzione di ossigeno sul nostro pianeta. Una riduzione della luce in questa zona minaccia l’intero equilibrio biologico degli oceani.
Le informazioni ottenute dal satellite Aqua della NASA, elaborate tramite l’algoritmo Kd(490), utilizzato per misurare la penetrazione della luce nell’acqua, rivelano che questo fenomeno è osservabile anche in Italia. In particolare, il Mar Adriatico nella parte centro-settentrionale sta manifestando segnali concreti di oscuramento. Le cause sono varie: l’aumento di materia organica in soluzione, il deposito di sedimenti sospesi, la crescita del plancton e l’immissione di nutrienti nei mari provenienti dai fiumi, spesso a seguito di forti piogge.

Riflessioni preoccupanti
Le aree più colpite nel mondo si trovano nell’Atlantico settentrionale, nell’Artico, attorno all’Antartide e nel Mar Baltico, ma anche diverse zone costiere europee mostrano segnali di allerta: le coste orientali del Regno Unito, il Mare Celtico e il Mare del Nord, senza dimenticare naturalmente il Mar Adriatico settentrionale italiano.
Le ripercussioni sono , inoltre, preoccupanti. Secondo l’indagine, nel 9% delle acque oceaniche esaminate, la zona fotica ha subito una riduzione di almeno 50 metri. In alcuni casi, come nel 2,6% delle acque analizzate, la diminuzione supera i 100 metri. Per concludere, la perdita di illuminazione può trasformare profondamente i comportamenti e i cicli biologici di pesci, già a rischio a causa del riscaldamento globale, della pesca intensiva e dell’inquinamento; pertanto, maggiore osservazione è necessaria.