Sistema Solare sempre più affollato: rilevata la presenza di un nuovo Pianeta | I dati non ammettono più dubbi

I pianeti del sistema solare (Depositphotos foto) - www.sciencecue.it
Un nuovo indizio riaccende la caccia al misterioso Pianeta ai margini estremi del Sistema Solare: davvero sensazionale.
Quando si parla di spazio profondo, la prima cosa che ci viene in mente è la possibilità di trovare vita — o almeno qualcosa che ci somigli. Non si tratta solo di fantascienza: è una delle domande fondamentali che ci facciamo da sempre. Cercare altri mondi là fuori non è solo una questione scientifica, è un modo per cercare di capire meglio noi stessi, da dove veniamo… e forse anche dove potremmo andare.
La ricerca non si ferma mai. Anzi, più si va lontano, più le domande diventano interessanti. E se un tempo ci bastava osservare Giove o Saturno per sentirci esploratori, oggi lo sguardo si è spinto molto più in là, verso le zone periferiche del nostro sistema, dove il buio è quasi totale e la luce del Sole è solo un’eco lontano. In questi spazi immensi, alcuni astronomi pensano ci sia ancora molto da scoprire.
Già da qualche anno si parla di anomalie nell’orbita di certi oggetti ai margini del Sistema Solare. Come se qualcosa — un corpo enorme, invisibile finora — stesse lì, nascosto, a influenzare tutto senza farsi vedere. Un pò come un personaggio misterioso in un romanzo giallo: se ne intuiscono le tracce, ma non si riesce mai a coglierlo in flagrante.
Ecco perché sempre più ricercatori hanno iniziato a concentrarsi su questa ipotesi. L’idea che ci sia un nuovo pianeta, ancora non confermato, è passata da teoria affascinante a pista concreta, con dati e analisi sempre più solide.
Quando due vecchi satelliti ti cambiano la prospettiva
Un team internazionale, guidato da Terry Long Phan dell’università nazionale Tsing Hua di Taiwan, ha analizzato dei vecchi archivi di dati infrarossi. Parliamo di due missioni spaziali: IRAS (lanciato nel lontano 1983) e AKARI, un satellite giapponese attivo tra il 2006 e il 2011. L’idea era semplice ma geniale: cercare oggetti che si fossero mossi leggermente nel cielo nel corso di 23 anni — comportamento che ci si aspetta, appunto, da un pianeta lontanissimo.
Incrociando le rilevazioni, il team ha ridotto il numero dei potenziali candidati a uno solo. Questo oggetto misterioso presenta una “separazione angolare” tra 42 e 69,6 arcmin, una distanza apparente molto piccola… ma coerente con il movimento di qualcosa che orbita a centinaia di miliardi di chilometri. E cosa ancora più interessante: nello stesso punto, nessun altro oggetto è stato rilevato in entrambi i periodi di osservazione. E qui arriva il colpo di scena.

Non solo lontano, ma anche gigante
In base alla luminosità captata dai due satelliti, questo oggetto potrebbe essere persino più grande di Nettuno. Un’ipotesi, riportata anche da Focus, che ha spiazzato anche il team, che inizialmente si aspettava una specie di super-Terra. La scoperta è ancora più curiosa se pensiamo che il telescopio WISE della NASA, tempo fa, aveva escluso l’esistenza di pianeti giganti (tipo Giove o Saturno) fino a distanze incredibili. Ma un pianeta di dimensioni “medie”, come Urano o Nettuno? Quello sì, potrebbe essersi nascosto.
Phan ha provato a rintracciare l’oggetto anche nei dati di WISE, ma niente da fare. L’oggetto si sarebbe nel frattempo spostato — e senza conoscere bene la sua orbita, è impossibile sapere dove si trovi adesso. Per cercare di capirci qualcosa in più, il team userà strumenti più avanzati, come la Dark Energy Camera in Cile, capace di osservare oggetti debolissimi anche in movimento. Se tutto andrà bene, forse tra non molto potremmo finalmente avere conferma diretta dell’esistenza del tanto discusso Pianeta Nove.