Comunicazione ufficiale da parte di Poste Italiane: cosa succede a chi deve rinnovare lo Spid | Fissata la data dei pagamenti
Lo SPID e soldi (Poste italiane - youtube screenshot) - www.sciencecue.it
Alcuni gestori cambiano le regole sullo Spid, altri resistono: tra promesse, scadenze e novità, qualcosa sta per cambiare.
C’è qualcosa che si sta muovendo, sotto traccia. Non se ne parla tanto, ma chi ha fatto caso a certe mail ricevute negli ultimi giorni forse ha già iniziato a preoccuparsi. Un dettaglio tecnico, all’apparenza insignificante, sta diventando una vera grana per milioni di persone. E no, non riguarda password dimenticate o accessi bloccati. È qualcosa di più sottile.
Ci sono cambiamenti che non fanno rumore, eppure cambiano tutto. Quello che fino a ieri era gratuito e scontato, oggi rischia di avere un prezzo. Una trasformazione silenziosa, ma che potrebbe toccare chiunque. Anche perché, a seconda di chi gestisce il servizio, le regole stanno cominciando a divergere parecchio.
D’altronde, ormai è diventato uno strumento imprescindibile. Lo usiamo per accedere a bonus, prenotazioni, documenti… ma chi ci pensa davvero a come funziona lo Spid? Dietro l’apparente semplicità c’è un sistema complesso, fatto di aziende, contratti, contributi pubblici (e tagli). E proprio lì si nasconde la questione.
Il punto è che non tutti i gestori stanno facendo le stesse scelte. Alcuni si stanno adeguando in silenzio, altri stanno temporeggiando. E poi c’è chi ha preso una posizione chiara, almeno per ora. Ma il panorama si sta facendo confuso. E se non si sta attenti, si rischia di perdere… tutto.
Alcune precisazioni
Da qualche settimana, alcuni utenti stanno ricevendo messaggi dai propri gestori Spid. Molti hanno cominciato a segnalare che, per rinnovare il servizio, sarà necessario pagare. Eh sì, dopo anni di gratuità totale, adesso ci si muove verso un abbonamento annuale. Non per tutti, ma per una parte sempre più ampia.
Come riporta QuiFinanza, i provider che hanno già introdotto un costo sono: Aruba e Infocert (entrambi chiedono 5,98 euro), Register.it (9,90 euro, ma offre anche un call center dedicato). Poi c’è Namirial, che ha diviso il servizio in due versioni: una “Lite”, gratuita ma limitata, e una “Full”, da 9,90 euro, che serve per accedere a tutti i servizi pubblici. E Poste invece?

Il caso di Poste
C’è però chi resiste. Poste Italiane, Tim, Sielte, Infocamere: questi nomi per ora mantengono il servizio gratuito. Anzi, proprio Poste ha dichiarato che non ci saranno costi almeno fino al 2030. Una promessa chiara, ma accompagnata da un’avvertenza: il mercato va in un’altra direzione. Insomma, anche loro stanno valutando. Occhio quindi: se il proprio provider diventa a pagamento e non si rinnova in tempo, si rischia di perdere l’identità digitale. E riattivarla, specie senza pagare, può voler dire lunghe attese e parecchi mal di testa.
La mossa giusta? Controllare la scadenza del proprio Spid (di solito lo si trova nelle mail o nell’area riservata del sito del provider) e decidere se restare e pagare, oppure passare a un gestore che ancora non chiede nulla. E occhio alle fregature: stanno girando mail truffa, alcune molto convincenti, che sembrano provenire dagli operatori ufficiali (Poste compresa). Meglio non cliccare su link strani.
