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È comparso uno strano punto rosso nel cielo | Gli scienziati lo stanno ancora studiando: il destino della Terra messo ancora alla prova

Little Red Dot

Un punto "fisso" (commons.wikimedia.org/Jorryt Matthee, Rohan P. Naidu et al.) - www.sciencecue.it

Compare nel cielo uno strano punto rosso e si aprono le domande degli scienziati. Cosa può succedere alla Terra?

In un mondo sempre più tecnologico ed eccessivamente digitalizzato, continua a crescere la nostra curiosità verso lo spazio e l’ignoto.

Da bambini, quando alzavamo gli occhi verso il cielo di notte, ci chiedevamo cosa ci fosse veramente tra le stelle, se portali o corpi extraterrestri.

Oggi, esplorazioni nello spazio, telescopi moderni e ricerche astronomiche forniscono spiegazioni che, fino a poco tempo fa, sarebbero state considerate impossibili.

Questo punto rosso ne è una prova. L’ennesimo mistero che la Terra e l’universo ci regalano, ma che potrebbe essere rivelatore sui processi di formazione del nostro spazio.

Un “punto” nello spazio

Una recente scoperta, riportata dall’ANSA, mette in luce la vivacità di questo settore, in riferimento a un enigmatico oggetto cosmico osservato dal telescopio spaziale James Webb. Gli scienziati lo hanno chiamato Bird, o Big Red Dot, a causa della sua caratteristica: un punto rosso molto brillante in una parte remota del cielo.

Secondo l’ANSA, Bird potrebbe contenere al proprio interno un gigantesco buco nero, con una massa che si avvicina a 100 milioni di volte quella del Sole! La ricerca, pubblicata su Astronomy and Astrophysics e condotta da un team internazionale dell’Istituto Nazionale di Astrofisica insieme all’Università di Bologna e all’Università di Roma Tre, ha identificato questo oggetto studiando il cosiddetto “mezzogiorno cosmico”, un periodo che risale a 10-11 miliardi di anni fa, quando l’universo era ancora “giovane” e particolarmente attivo nella sua formazione.

Buco nero
Spiegherebbe la loro nascita (commons.wikimedia.org/Event Horizon Telescope) – www.sciencecue.it

“Supermassiccio” e rivelatore

Federica Loiacono, ricercatrice associata all’INAF e principale autrice del lavoro, dichiara: “Io ho analizzato il suo spettro, che ci racconta la composizione chimica e alcune delle proprietà fisiche dell’oggetto”. Aggiunge: “Abbiamo trovato segnali chiari dell’idrogeno e dell’elio. Questi dettagli ci hanno permesso di stimare la distanza di BiRD, scoprendo che si trova relativamente vicino a noi rispetto alla maggior parte dei little red dot finora conosciuti. Sempre dall’analisi dello spettro di questa sorgente, abbiamo potuto stimare la massa del buco nero centrale: circa 100 milioni di volte quella del Sole”.

Bird apparterrebbe a un gruppo raro di Little Red Dot, corpi celesti estremamente compatti e luminosi, visibili in gran parte grazie alle capacità infrarosse del telescopio Webb. Gli astronomi pensano che possano rappresentare buchi neri supermassicci nelle fasi iniziali della loro crescita, coperti da gas che celano la loro radiazione diretta. Comprendere la natura di questi oggetti potrebbe rivelare il modo in cui i buchi neri più grossi dell’universo si formano e si sviluppano.