Altro che Area 51: dopo anni finalmente viene fuori il vero indirizzo degli alieni | Una civiltà intera vive da secoli nello stesso posto
                Alieni (Depositphotos foto) - www.sciencecue.it
Forse gli alieni non sono nascosti in deserti sperduti, ma vivono dove il tempo scorre cento volte più lento.
Per anni – anzi, decenni – ci siamo fissati con un solo posto: la mitica Area 51. Quella striscia di deserto nel Nevada, avvolta da segreti, avvistamenti sospetti e teorie al limite del delirio. Ma ecco il punto: e se avessimo sempre guardato nella direzione sbagliata? L’idea che una civiltà aliena possa esistere continua a stuzzicare la mente di scienziati e appassionati, ma forse è il caso di cambiare prospettiva.
Soprattutto oggi, che tra satelliti, IA e osservatori spaziali, non è più solo questione di fantasia. Stiamo entrando in una fase in cui quello che prima era “impossibile” sta diventando osservabile. Ma anche con tutta questa tecnologia, qualcosa ci sfugge. Forse perché stiamo ancora cercando con il metro sbagliato.
In effetti, sempre più studiosi iniziano a concentrarsi su zone dove le leggi della fisica non si comportano come ce le hanno insegnate a scuola. Lì, spazio e tempo si piegano, si dilatano, fanno cose strane. E proprio in quei luoghi così estremi, comincia a prendere forma un’ipotesi affascinante: e se una civiltà evoluta vivesse proprio lì, lontana dai radar tradizionali? Lontana da quello che ci sembra “logico”.
Il tempo, poi, è tutto fuorché universale. Dipende dal punto in cui lo vivi. E questa semplice verità potrebbe essere la chiave per capire perché non abbiamo ancora trovato nessuno là fuori. Magari ci sono… solo che si muovono a una velocità – o meglio, in un tempo – totalmente diverso dal nostro. E noi, da qui, non riusciamo nemmeno a percepirli.
Un’idea che ribalta tutto
Justin C. Feng e Chris Reiss, due astrofisici belli tosti, hanno pubblicato uno studio su arXiv dove lanciano un’ipotesi che, beh, spiazza un po’, come riporta Everyeye. Secondo loro, se davvero esiste una civiltà aliena avanzata, non vive su un pianeta lontano e sperduto. No. Potrebbe trovarsi vicino a Sagittarius A, il gigantesco buco nero che sta proprio nel cuore della nostra galassia. Un posto che più estremo di così si muore, ma che – attenzione – offre condizioni temporali davvero uniche.
La gravità di quel buco nero, infatti, è così forte che il tempo lì scorre cento volte più lentamente che sulla Terra. Roba da Einstein, certo, ma anche da fantascienza. Una civiltà super evoluta potrebbe sfruttare questa dilatazione temporale per osservare e “muoversi” nella galassia molto più in fretta… almeno, dal loro punto di vista. E magari per loro, mentre per noi passa un secolo, là trascorre appena un anno. Capito il vantaggio? Ma il bello arriva adesso.

La risposta che nessuno si aspettava
Secondo i due ricercatori, è improbabile che un pianeta riesca a “sopravvivere” così vicino a un buco nero: le forze mareali lo farebbero a pezzi in un attimo. E allora? E allora ecco l’ipotesi: stazioni spaziali artificiali, progettate per resistere a condizioni gravissime. Non pianeti, ma vere e proprie basi tecnologiche orbitanti. E da lì – udite udite – potrebbero anche lanciare astronavi capaci di avvicinarsi alla velocità della luce.
Con quella tecnologia (che per noi è quasi inconcepibile), basterebbero circa 260 anni del loro tempo per arrivare fino al nostro Sistema Solare. Un niente, considerando le distanze cosmiche. Non solo: Feng e Reiss teorizzano pure un sistema di trasporto galattico basato su una specie di “anello di buchi neri”, ciascuno usato per modificare traiettorie e accelerare viaggi interstellari. Una roba che, se fosse vera, potrebbe spiegare una volta per tutte perché non abbiamo ancora visto nessuno. Forse sono già qui. Solo che… non li vediamo.
