C’è vita anche sulla Luna: la recente scoperta degli scienziati sulla strana sostanza ritrovata | Cambia tutto per il genere umano

Illustrazione di una superficie lunare (Depositphotos foto) - www.sciencecue.it
Nuove interessanti prospettive sul paesaggio lunare potrebbero riscrivere ciò che sappiamo sull’origine della vita.
Quando si parla di spazio, la mente corre subito a Marte, agli esopianeti o ad altri mondi davvero molto lontani. Tuttavia, alcune delle scoperte più affascinanti potrebbero trovarsi molto più vicino a noi di quanto si creda.
I paesaggi lunari, ad esempio, stanno conquistando una crescente attenzione da parte della comunità scientifica. Alcuni di essi sembrano infatti celare elementi davvero inaspettati. Negli ultimi tempi, si è affermata una nuova prospettiva di osservazione.
Gli scienziati stanno iniziando a riconsiderare con maggiore interesse quei corpi celesti a lungo ritenuti “minori”. Non solo pianeti, quindi, ma anche lune. E questi mondi secondari stanno mostrando caratteristiche che li rendono tutt’altro che marginali.
Uno degli aspetti più affascinanti riguarda la possibile presenza di una sostanza particolare sotto la crosta. Non si tratterebbe di semplici residui o ristagni, ma di intere distese sotterranee che potrebbero racchiudere segreti sorprendenti.
Una somiglianza che incuriosisce
Secondo molti ricercatori, questi ambienti potrebbero in qualche modo richiamare le condizioni della Terra primordiale, in cui le reazioni chimiche più elementari diedero avvio alla vita. E la cosa interessante è che non è sempre necessario lanciare nuove missioni per scoprirlo.
In alcuni casi, è sufficiente rivalutare i dati esistenti con occhi nuovi, sfruttando tecnologie più avanzate e soprattutto un approccio aperto a nuove interpretazioni. È quanto sta accadendo con alcune missioni concluse da tempo, che oggi si rivelano ancora fondamentali per comprendere meglio il nostro sistema solare.

Una luna da guardare meglio
Proprio da una di queste riletture è emersa una scoperta che sta attirando grande attenzione, come riporta Everyeye. Si tratta di Encelado, una delle lune di Saturno. Non quella più nota, Titano, ma una piccola luna ghiacciata finora considerata poco rilevante. E invece, a sorpresa, i dati della sonda Cassini — attiva attorno a Saturno dal 2005 al 2015 — hanno rivelato la presenza di molecole organiche complesse sulla sua superficie.
Secondo quanto pubblicato su Nature Astronomy, questi composti includono anche precursori degli amminoacidi, ossia elementi chiave per la formazione delle proteine. Le sostanze sarebbero state espulse dai geyser di Encelado e raccolte dalla sonda durante il passaggio nell’anello E di Saturno.
In sostanza, l’oceano interno della luna sprigiona nello spazio materiale estremamente interessante. Nozair Khawaja, a capo del team di ricerca, ha spiegato che Cassini ha intercettato regolarmente queste particelle ogni volta che si avvicinava agli strati esterni dell’anello. Un segnale inequivocabile: qualcosa stava emergendo in modo continuo da Encelado. Come sottolineato da Frank Postberg, un altro autore dello studio, le molecole rilevate non risultano alterate dal contatto con lo spazio e provengono direttamente dal mare nascosto sotto la coltre di ghiaccio.