Questo mare è pieno zeppo di rifiuti tossici: ti fai il bagno e non sai se torni vivo a casa | Scienziati lanciano l’allarme

Troppi rifiuti in acqua (Canva) - sciencecue.it
Purtroppo, si sta scoprendo un mare sempre più inquinato, e pieno zeppo di rifiuti. Per questo, farcisi il bagno significherebbe ammalarsi.
Ci son momenti in cui accadono eventi che sfuggono alla logica e alla razionalità. Situazioni che sembrano andare oltre ogni spiegazione, lasciando quindi spazio alla meraviglia o allo smarrimento.
E nonostante, appunto, i progressi della ricerca, alcune dinamiche rimangono avvolte nel mistero. Per cui la scienza cerca ancora risposte, alle quali non sempre, tuttavia, riesce a conferire le risposte che la realtà esige.
Spesso, quindi, ciò che ci appare inspiegabile è influenzato dalle nostre percezioni, dai sentimenti, e dalle aspettative. L’esperienza personale, amplifica la sensazione che certi accadimenti abbiano un significato, alla resa dei conti, nascosto.
E forse, proprio l’impossibilità di dare una spiegazione immediata e plausibile, rende questi episodi particolarmente affascinanti. D’altronde l’ignoto, pur spaventando, continua ad attrarre e a stimolare la ricerca di nuove prospettive.
Un mare avvelenato
Davanti alla costa della California meridionale, giacciono centinaia di migliaia di barili colmi di rifiuti tossici, eredità di decenni di scarichi industriali incontrollati. E attorno ad alcuni di essi, si son stranamente formati misteriosi anelli bianchi, i quali per anni hanno alimentato ipotesi inquietanti. Ma che solo studi recenti, ne hanno finalmente svelato la natura, rivelando l’enorme impatto che questi depositi hanno avuto sul fragile ecosistema marino.
Inizialmente, si pensava che i barili contenessero DDT, il famigerato pesticida messo al bando negli anni ’70. E sebbene la sostanza sia effettivamente presente nei sedimenti, le indagini hanno invece dimostrato che a formare gli anelli bianchi, sia stato un altro processo: ovvero, la reazione fra composti tossici e magnesio marino, che ha dato origine alla brucite; e successivamente, a depositi di carbonato di calcio, solidi come cemento.

Indagini ad alta tecnologia
Dal 2020 al 2023, comunque, i ricercatori della “Scripps Institution of Oceanography”, hanno analizzato i fondali con il rover sottomarino “SuBastian”, e i campioni raccolti hanno mostrato un ambiente fortemente alcalino, con pH fino a 12, ostile per quasi ogni forma di vita esistente in mare. Scenario estremo in cui sopravvivono solo microrganismi adattatisi a condizioni simili a quelle delle bocche idrotermali.
E il problema principale è che i barili non possono nemmeno esser rimossi, senza rischiare di liberare nuovamente tossine nell’acqua. Ecco perché intervenire, significherebbe scatenare un disastro ambientale ancor più grave. E come riportato sul sito fanpage.it, questa vicenda altro non fa che configurarsi come un monito sulle conseguenze irreversibili dell’inquinamento marino, ricordandoci che il prezzo delle scelte passate, grava ancor oggi sulla salute del nostro pianeta.