“Cambi casa?”, “No, pianeta”: prepara i bagagli perché c’è una seconda Terra | Gli esperti non hanno dubbi: scoperta sensazionale

Vivere su un altro pianeta si può (Freepik Foto) - www.sciencecue.it
Camminare sotto un cielo stellato ci ricorda sempre quanto l’universo sia vasto e misterioso e di recente è stata scoperta una nuova Terra.
Tra costellazioni e pianeti lontani, l’uomo ha da sempre sognato mondi abitabili, immaginando nuove Terre in cui rifugiarsi.
La scienza, negli ultimi decenni, ha trasformato questo sogno in ricerca concreta. Telescopi sempre più potenti scrutano regioni dello spazio profondo alla ricerca di indizi di vita e di pianeti simili al nostro.
In questo scenario, ogni annuncio di una scoperta diventa un tassello fondamentale: non si tratta solo di numeri e grafici, ma di possibilità per il futuro. Le domande che ci poniamo sono semplici ma universali: possiamo trovare un’altra casa?
Ed è proprio qui che entra in gioco una notizia che sta facendo discutere il mondo scientifico e non solo. Un pianeta, distante ma non irraggiungibile, sembra avere caratteristiche molto più familiari di quanto avremmo mai immaginato.
Un pianeta molto speciale
Si chiama Trappist-1e e orbita attorno a una piccola stella rossa a circa 40 anni luce da noi. A renderlo unico è la sua posizione nella cosiddetta fascia abitabile, la zona in cui le temperature potrebbero consentire la presenza di acqua liquida in superficie.
Le osservazioni condotte con il telescopio spaziale James Webb hanno mostrato indizi interessanti: lo spettro della luce durante il transito del pianeta di fronte alla stella suggerisce una possibile atmosfera ricca di azoto molecolare, lo stesso gas che domina l’aria terrestre. Questo esclude scenari più estremi come atmosfere dense di anidride carbonica (Venere) o sottili e aride come su Marte.

La specializzazione scientifica
Lo studio, pubblicato su The Astrophysical Journal Letters e ripreso da ANSA, è stato guidato da Néstor Espinoza (Space Telescope Science Institute) e Natalie Allen (Johns Hopkins University), con il supporto di un secondo team coordinato da Ana Glidden del MIT. Gli scienziati hanno utilizzato lo spettrografo NIRSpec del James Webb per analizzare quattro diversi transiti di Trappist-1e, ripulendo i dati dalle interferenze dovute all’attività della stella.
I risultati, seppur preliminari, sono chiari su un punto: l’atmosfera del pianeta non è simile a quella di Venere o Marte. Al contrario, i dati risultano coerenti con un’atmosfera composta prevalentemente da azoto, con tracce di anidride carbonica e metano. Se confermato, Trappist-1e rappresenterebbe l’esopianeta più simile alla Terra mai individuato finora, aprendo prospettive straordinarie per lo studio dell’abitabilità al di fuori del Sistema Solare.