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Pulaosaurus qinglong, il dinosauro che cinguettava come un uccello

Illustrazione del fossile di Pulaosaurus qinglongin (Yunfeng Yang et al., 2025 FOTO) - sciencecue.it

Illustrazione del fossile di Pulaosaurus qinglongin (Yunfeng Yang et al., 2025 FOTO) - sciencecue.it

Questo fossile ci restituisce tante informazioni, soprattutto dal punto di vista anatomico. E cinguettava anche come i dinosauri aviani.

Tra i reperti fossili del Giurassico medio e tardo, la cosiddetta Yanliao Biota è sempre stata considerata una finestra privilegiata sul passato. Eppure, fino a poco tempo fa, mancava un tassello importante: un rappresentante certo dei dinosauri neornitischi. Questa assenza era curiosa, soprattutto se si pensa alla ricchezza di altre faune giurassiche coeve in Cina, dove gli ornithischi compaiono con una varietà di forme e dimensioni.

Ora, uno studio getta luce su questa lacuna, presentando Pulaosaurus qinglong, un piccolo dinosauro erbivoro rinvenuto nella Formazione Tiaojishan, nel nord della Cina. Si tratta di un esemplare ben conservato, con un mix di caratteristiche primitive e più evolute (derivate), e con un dettaglio davvero inusuale: la presenza di un apparato laringeo ossificato, fatto noto finora solo in un altro dinosauro non-aviano.

La scoperta non è solo un’aggiunta alla lista delle specie note. In effetti, il fossile colma un vuoto geografico e temporale nella distribuzione dei neornitischi in Asia, fornendo indizi preziosi su come questi animali si siano diffusi tra il Giurassico medio e il Cretaceo inferiore. Un aspetto che potrebbe anche ridimensionare l’idea di un isolamento netto della Yanliao Biota rispetto ad altre regioni cinesi nello stesso periodo.

E poi c’è la questione, affascinante, della “voce”. La struttura laringea di Pulaosaurus somiglia in parte a quella degli uccelli odierni, suggerendo che forme di vocalizzazione complesse potrebbero essersi evolute molto prima di quanto si pensasse. Un dettaglio che, se confermato, sposterebbe indietro nel tempo l’origine di certi comportamenti acustici nei dinosauri.

Un nuovo tassello nella storia dei neornitischi

L’analisi filogenetica colloca Pulaosaurus tra i neornitischi più primitivi mai descritti, vicino ad Agilisaurus. Lo scheletro mostra tratti antichi come le cinque dita negli arti anteriori e i denti premascellari, insieme ad elementi tipici di forme più derivate, come alcune caratteristiche del cranio simili a quelle di iguanodonti e pachicefalosauri. 

La posizione geografica del ritrovamento è particolarmente significativa: Qinglong, nella provincia di Hebei, si trova tra il sud-ovest della Cina, dove sono noti altri neornitischi giurassici come Sanxiasaurus, e il nord-est, dove in strati cretacei sono stati trovati generi come Jeholosaurus. In questo senso, Pulaosaurus funge da “ponte” tra le popolazioni di epoche e aree differenti, riducendo il divario nei dati fossili e suggerendo che la presunta barriera biogeografica della Yanliao Biota fosse meno rigida del previsto.

Illustrazione delle aritenoidi e dei ceratobranchiali (Yunfeng Yang et al., 2025 FOTO) - sciencecue.it
Illustrazione delle aritenoidi e dei ceratobranchiali (Yunfeng Yang et al., 2025 FOTO) – sciencecue.it

La voce del dinosauro

Il vero colpo di scena, però, sta nel suo apparato io-laringeo. Pulaosaurus conserva un paio di aritenoidi ossificati, rendendolo il secondo dinosauro non-aviano noto con una laringe mineralizzata, dopo Pinacosaurus grangeri (Yoshida, Kobayashi & Norell, 2023). In vita, queste strutture probabilmente permettevano di modulare i suoni, un po’ come avviene negli uccelli attuali, anche se in forma più primitiva. Gli aritenoidi, allungati e con processi ben sviluppati, avrebbero potuto aprire e chiudere la glottide, migliorando la capacità di comunicare vocalmente.

Secondo i ricercatori, l’ossificazione dell’apparato laringeo non sarebbe stata un fenomeno raro tra i dinosauri, ma piuttosto un elemento sottostimato per via della scarsa conservazione o di identificazioni errate nei reperti. Inoltre, la brevità relativa dei ceratobranchiali in Pulaosaurus suggerisce una lingua poco mobile e un’alimentazione basata su vegetali teneri, coerente con l’uso degli arti anteriori che svolgevano un ruolo nella manipolazione del cibo.