Canada, identificati frammenti della Terra di 4,3 miliardi di anni fa: potrebbero essere le rocce più antiche mai trovate
Roccia più antica del mondo (Jonathan O'Neil foto) - www.sciencecue.it
Gli scienziati sono riusciti a “tornare indietro nel tempo”. E forse, non erano mai arrivati così indietro. Cosa è stato scoperto?
Nella Baia di Hudson, in Canada, è stata evidenziata la presenza di una roccia, parte della Cintura di Nuvvuagittuq Greenstone, che sembra già pronto a generare numerosi scambi di opinione, nonché vere e proprie discussioni, a seconda dei differenti punti di vista degli esperti coinvolti.
Si tratta di un campione che potrebbe essere una delle poche testimonianze tangibili ancora oggi presenti sul Globo della crosta terrestre primordiale. Ciò vuol dire che potremmo davvero trovarci dinnanzi alla roccia più antica del mondo. E pensare che a riguardo studi e confronti si susseguono già dal 2008.
17 anni fa, infatti, il team di ricercatori proveniente dall’Università di Ottawa, coordinato da Jonathan O’Neil, stimò pubblicamente per la prima volta che queste rocce fossero databili a circa 4,3 miliardi di anni fa: stima ipotetica che, se confermata, conferirebbe di diritto a questa formazione il titolo di più antica del mondo.
Il periodo di formazione, più precisamente, sarebbe corrisposto all’Eone Adeano, verificatosi soltanto centinaia di milioni di anni successivamente alla formazione del Pianeta Terra. Nel corso delle indagini sono emersi ulteriori particolari realmente intriganti, che potrebbero permettere di spiegare l’evoluzione e i processi regolanti differenti fenomeni.
Una scoperta raramente così significativa
Si parla dell’origine del processo di tettonica a placche, ma anche di informazioni più dettagliate circa la nascita dei primi oceani globali. Il metodo impiegato dai ricercatori per stabilire, quantomeno approssimativamente, l’età delle rocce, ha fatto storcere il naso a molti, soprattutto in virtù del risultato finalmente reso pubblico. Infatti, per la datazione delle rocce particolarmente antiche si utilizza lo zircone, un minerale molto resistente, capace di mantenere invariata la propria composizione chimica anche per periodi corrispondenti a miliardi di anni consecutivi.
L’assenza di zircone, proprio in queste rocce vulcaniche, e il fatto che le misurazioni sono procedute attraverso approfondimenti del peso atomico di neodimio e samario, presenti al loro interno, hanno fatto pensare a molti che i risultati ottenuti non siano stati capaci di rivelarsi poi così specifici e precisi, rendendo, di fatto, impossibile confermare l’eventuale formazione nel corso dell’Eone Adeano.

Pensieri variegati e discussioni
Le intrusioni di neodimio e di isotopi di samario all’interno delle rocce hanno condotto a confermare l’età approssimativa corrispondente a 4,3 miliardi di anni, ma bisogna evidenziare come le intrusioni siano per forza di cose più giovani rispetto agli strati. Ciò significa che la datazione dell’intrusione sarebbe in grado di stabilire un’età minima per la roccia circostante. In merito, come riporta anche il sito New Scientist, in molti hanno espresso il proprio punto di vista, a partire da Graham Pearson dell’Università di Alberta, Canada, che ha ritenuto le argomentazioni fornite da O’Neil e dal suo team come “le più convincenti che si possano fare“.
Viceversa, c’è chi ha manifestato forti dubbi, tra cui il collega Jesse Reimink, proveniente dalla Pennsylvania State University, che ha indicato la spiegazione fornita come la più semplice che si potesse fornire, anche in relazione ai dati raccolti, accendendo però i fari sull’imprevedibilità e l’impossibilità di definire con certezza un qualcosa quando si discute a riguardo di minerali e rocce molto antiche.
