Tracce di vita anche su Venere | Gli scienziati hanno scoperto qualcosa di incredibile: si nascondeva tra le sue nuvole

Il pianeta Venere (Depositphotos foto) - www.sciencecue.it
Le misteriose nubi di Venere rivelano una composizione sorprendente: una scoperta inattesa riapre il dibattito sulla vita extraterrestre.
Per anni si è parlato di Venere come di un inferno celeste: atmosfera tossica, temperature assurde e quelle nuvole spesse che non lasciano filtrare nemmeno uno sguardo. Però — e qui viene il bello — quando si va a scavare nei vecchi dati, quelli accantonati troppo in fretta, può succedere qualcosa di inaspettato.
Un’analisi moderna può rivelare dettagli che all’epoca nessuno era in grado di notare, semplicemente perché non c’erano gli strumenti giusti. Ora, ci sono cose che sembrano scritte nella pietra: tipo che le nuvole di Venere sono fatte solo di acido solforico. Fine.
Solo che no, pare che la realtà sia un po’ più complicata di così. O forse è il nostro sguardo che si è affinato. La scienza ha imparato a rileggere il passato con occhi nuovi, e quello che era dato per certo oggi traballa. Quasi come se il pianeta ci stesse sfidando a riconsiderarlo.
C’è una certa ironia, in effetti, nel fatto che sia proprio una delle atmosfere più estreme del Sistema Solare a offrirci indizi così… promettenti. Il punto non è tanto cosa si vede, quanto cosa si riesce a dedurre. Magari è lì da sempre, ma solo ora abbiamo imparato a leggerlo.
Una sorpresa inaspettata
E se ci fosse qualcosa, lì dentro, che non ci aspettavamo? Anche solo un minuscolo dettaglio fuori posto potrebbe cambiare tutto. O almeno aprire una discussione seria, perché di certo gli scienziati non si lanciano in fantasie senza prima controllare ogni singolo dato. Ma ecco, il punto è proprio questo: qualcosa è emerso.
Alla fine degli anni Settanta, la missione Pioneer Venus aveva fatto il suo lavoro: raccogliere informazioni sull’atmosfera del pianeta. Tutto catalogato, archiviato, messo da parte. Quei dati, oggi, sono tornati utili in modi che nessuno avrebbe potuto prevedere. Un team guidato da Rakesh Mogul — professore alla Cal Poly Pomona — ha deciso di rimettere mano a quei numeri e fare un bel “rewind” con strumenti aggiornati al 2025.

Tra le nubi c’è molto più di quanto sembri
Nel frattempo, però, la tecnologia è avanzata e ora permette di capire molto di più su cosa c’era davvero in quelle particelle raccolte dalla sonda mentre scendeva tra le nuvole venusiane. Non solo acido solforico, come si credeva: ci sono tracce di acqua e persino di ferro. Tutto documentato nello studio pubblicato sul Journal of Geophysical Research: Planets, come riporta Libero Tecnologia. I ricercatori si sono concentrati su questi minuscoli aerosol per capire la loro composizione, analizzando la temperatura di fusione e i gas rilasciati. Da lì è venuto fuori che circa il 60% delle particelle contiene acqua.
Non vapore, ma acqua legata chimicamente a composti come solfato ferrico idrato e solfato di magnesio idrato. Un altro 20% è ferro, sotto forma di solfati. Ma la cosa che fa alzare le sopracciglia è proprio questa: in quelle condizioni estreme, nelle zone alte dell’atmosfera, la temperatura e la pressione sono in realtà abbastanza simili a quelle terrestri. Aggiungi luce, acqua e nutrienti… ed ecco che entra in scena un mix che potrebbe favorire la vita microbica. Ma ovviamente al momento si tratta di mere supposizioni.