Questa cifra non vi tocca: disastro erogazione NASPI | Chi ha dimenticato la regola dei 30 GIORNI deve ridare tutti i soldi indietro

Uomo disperato e soldi (Depositphotos foto) - www.sciencecue.it
Una svista formale può trasformarsi in un incubo: migliaia di beneficiari NASPI costretti a restituire l’intera indennità ricevuta.
Non serve un esperto per capire che, quando si ha a che fare con burocrazia e moduli, anche la più piccola distrazione può diventare un boomerang. Soprattutto se si parla di sussidi come la NASPI. Molti pensano che una volta accettata la domanda, il grosso sia fatto.
In realtà è proprio dopo che bisogna fare attenzione. Scadenze, avvisi, comunicazioni all’INPS… se si salta un passaggio, si rischia grosso. Il rapporto con l’INPS è fatto di regole strette, e il problema è che non sempre sono così chiare o comunicate nel modo più semplice.
A volte basta non aprire una mail o ignorare una notifica per ritrovarsi nei guai. E i soldi, quelli che sembravano sicuri, tornano improvvisamente in discussione. Una vera beffa per chi stava solo cercando un po’ di respiro dopo aver perso il lavoro.
Capita più spesso di quanto si pensi. Una dimenticanza, una comunicazione saltata, e via: arriva la richiesta di restituzione. Non è solo questione di “essere precisi”, ma proprio di capire che dietro ogni passaggio c’è una conseguenza.
Una regola spesso ignorata
E spesso, chi si ritrova a dover ridare tutto indietro non aveva idea di aver sbagliato. Tutto questo ha alimentato un certo malumore tra i lavoratori coinvolti. Ci si sente impotenti. Ma il peggio è che la vera mazzata è un’altra.
Il problema è che molti non sanno nemmeno che esiste questa regola. Si accorgono dell’errore solo quando arriva la lettera, con tanto di cifra da restituire. In alcuni casi si può fare ricorso, ma bisogna muoversi in fretta: ci sono solo 90 giorni dalla notifica.

Un dettaglio che cambia tutto (e che molti saltano)
Come riporta Impresa Mia, negli ultimi tempi siano aumentati i casi di richieste di rimborso da parte dell’INPS. Il motivo? La mancata comunicazione dell’inizio di un nuovo lavoro entro 30 giorni. Chi si dimentica questo passaggio (o lo ignora del tutto) rischia grosso, perché l’indennità viene considerata percepita senza diritto.
A quel punto l’INPS non fa sconti. Scattano i controlli, arriva la comunicazione ufficiale e — zac! — ti chiedono indietro tutto. A volte cifre anche pesanti, da restituire subito o, se proprio non ce la fai, a rate. Ma devi chiederlo tu, non è automatico. E se non paghi? Entra in scena l’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Cioè, il peggio.
Perciò, chi inizia un nuovo lavoro mentre prende la NASPI deve compilare il modulo Naspi-Com e inviarlo entro un mese. Tra mille pensieri, nuovo contratto, caos quotidiano, spesso ci si dimentica. E intanto l’INPS continua a versare soldi, che poi — sorpresa — chiede indietro. Bisogna quindi fare attenzione.