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Isola di Pasqua: scienziati dimostrano che i moai si muovevano in piedi grazie a un’idea geniale

Isola di Pasqua

Isola di Pasqua, ecco come furono messi i moai (Freepik Foto) - www.sciencecue.it

Per secoli, gli enormi moai dell’Isola di Pasqua hanno alimentato leggende e teorie di ogni tipo.

Come fecero gli abitanti di Rapa Nui, oltre mille anni fa, a spostare statue di pietra alte fino a dieci metri e pesanti decine di tonnellate? Un nuovo studio internazionale, guidato da ricercatori della Binghamton University e della University of Arizona, pubblicato su Scientific Reports e diffuso da ScienceDaily, offre finalmente una risposta concreta e affascinante: i moai potevano “camminare” in posizione verticale.

Secondo gli autori, il segreto stava nella forma stessa delle statue e in una straordinaria intuizione ingegneristica. Analizzando modelli tridimensionali di quasi mille moai, gli studiosi hanno notato che la base non è piatta, ma leggermente curva e a forma di “D”. Questo dettaglio, insieme a una leggera inclinazione in avanti, avrebbe permesso ai costruttori di farle oscillare da un lato all’altro, facendole avanzare lentamente sul terreno.

Per testare l’ipotesi, il team ha costruito una replica in cemento di oltre 4 tonnellate, identica nelle proporzioni ai moai originali. Con l’aiuto di diciotto persone e alcune corde, gli sperimentatori sono riusciti a farla “camminare” per circa cento metri, facendola dondolare avanti e indietro come un frigorifero che si sposta su due gambe. Il risultato conferma che i moai potevano davvero essere trasportati in piedi, senza bisogno di slitte o rulli di legno.

Questa scoperta rivoluziona decenni di ipotesi sul trasporto delle statue e restituisce credito all’ingegno degli antichi abitanti di Rapa Nui, che con mezzi semplici e conoscenze empiriche di fisica riuscirono a compiere un’impresa che sembrava impossibile.

Il movimento oscillatorio e le antiche strade di Rapa Nui

L’analisi delle antiche vie di trasporto dell’isola fornisce ulteriori indizi a favore della teoria. Le strade, larghe in media 4–5 metri e con un profilo concavo, sembrano progettate per sostenere e guidare il movimento oscillatorio delle statue. La loro forma avrebbe aiutato a stabilizzare i moai durante il “cammino”, riducendo il rischio di caduta e rendendo più fluido lo spostamento verso le piattaforme sacre (ahu).

Inoltre, come riportato da Science Daily,  i ricercatori hanno scoperto che i moai destinati alle piattaforme costiere mostrano un’inclinazione anteriore più marcata rispetto a quelli rimasti incompleti nella cava. Questo dettaglio suggerisce che la forma delle statue fosse funzionale al trasporto: più inclinata la statua, più agevole il suo avanzamento oscillante. Una scelta progettuale e non casuale, frutto di una lunga esperienza pratica.

Moai
Isola di Pasqua, ecco come funziona la situazione moai (Freepik Foto) – www.sciencecue.it

Un genio collettivo dell’antichità

La teoria del “moai che cammina” smentisce definitivamente le ipotesi più fantasiose che chiamavano in causa tecnologie perdute o aiuti soprannaturali. Al contrario, dimostra quanto sofisticata fosse la conoscenza empirica dei costruttori polinesiani, capaci di applicare principi fisici intuitivi per muovere colossi di pietra con sforzi ridotti.

Secondo gli autori, questa soluzione “dal basso” è la chiave del successo culturale di Rapa Nui: un popolo che ha saputo trasformare l’ingegno in sopravvivenza, ottimizzando risorse limitate in un ambiente isolato e fragile. Oggi, la loro eredità continua a stupire non solo per la grandezza delle statue, ma per la brillantezza delle menti che le hanno fatte camminare.