BrainArt al NextGen AI 2025: un ponte tra mente e tecnologia

Dall’AI all’ispirazione: il progetto che racconta la mente umana tra arte e neuroscienze.
Dall’8 al 13 ottobre 2025 BrainArt ha preso parte al NextGen AI, il primo summit internazionale sull’intelligenza artificiale che si è svolto a Napoli e ha attratto studenti, docenti, istituzioni e imprese da tutto il mondo. In un contesto animato da talk, laboratori e installazioni interattive, la partecipazione di BrainArt è stata motivata da una visione particolare.
La decisione di essere presenti nasce da una convinzione: non tanto partecipare alla corsa tecnologica dell’AI, quanto portare alla luce un racconto differente, centrato sulla mente umana. Pur in un summit dedicato all’intelligenza artificiale, BrainArt ha scelto di collocarsi più nel “NextGen” che nell’“AI”, affiancando il futuro dell’educazione con un approccio che valorizza le neuroscienze e l’espressione individuale.
Durante le giornate del summit, BrainArt ha dialogato con realtà attive nel mondo dell’istruzione e dell’innovazione, mostrando come la tecnologia possa servire non a imitare l’intelligenza, ma a esaltare la unicità del cervello umano. In questi scambi, è emersa la forza della narrazione creativa e dell’ispirazione come strumenti di cambiamento, più che gli algoritmi stessi.
In questo contesto, il CEO Raffaele Salvemini ha preso la parola: il suo intervento non ha puntato su dettagli tecnici, ma sul messaggio che sta dietro il progetto BrainArt. Ha ricordato che essere convocati in un luogo come NextGen AI non è stato tanto un riconoscimento tecnologico, quanto un segnale di fiducia in idee audaci — e che credere nelle proprie visioni può aprire orizzonti inattesi.
Un’idea nata in università prende vita
BrainArt affonda le sue radici in un percorso universitario, dove un gruppo di studenti e ricercatori ha iniziato a sperimentare un modo nuovo di raccontare la mente. Oggi, l’obiettivo è chiaro: stimolare le giovani generazioni a osare, sperimentare e coltivare la curiosità attraverso linguaggi che uniscono arte, scienza e tecnologia.
Partecipare al summit è stata un’occasione per mostrare che l’innovazione non è mera applicazione di codici, ma un atto creativo e umano. In un evento che punta a ripensare il rapporto tra AI e scuola, BrainArt ha raccolto l’attenzione proprio per il valore simbolico e culturale del suo approccio.
Il momento della rivelazione
Nel momento culminante dell’evento, BrainArt ha svelato il suo vero posizionamento: non compete con l’intelligenza artificiale, ma propone una forma alternativa di dialogo con la mente umana. L’idea è raccontare la complessità del cervello attraverso esperienze immersive, visive e sensoriali che non replicano algoritmi, ma ne generano riflessioni.
Grazie al supporto istituzionale, BrainArt ha potuto affermare la sua missione: mostrare che la tecnologia non è fine a se stessa, ma può diventare strumento di narrazione, espressione e pensiero. Un messaggio potente: la mente umana è insostituibile e la sua esplorazione può avvenire con mezzi nuovi, ma sempre nel solco dell’essere umano.