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Dalle viscere della Terra ai gioielli: rivelato il percorso incredibile dei diamanti

Diamante (Depositphotos foto) - www.sciencecue.it

Diamante (Depositphotos foto) - www.sciencecue.it

Un nuovo studio svela il ruolo esplosivo di acqua e CO₂ nel portare i diamanti in superficie dalla profondità terrestre.

Chiunque abbia mai tenuto tra le dita un diamante, probabilmente non si è mai chiesto davvero da dove venga. Eppure, queste pietre così perfette e brillanti nascono in un luogo tutt’altro che romantico: nel buio profondo del mantello terrestre, a centinaia di chilometri sotto i nostri piedi. Un ambiente estremo, dove pressione e calore plasmano lentamente cristalli che, un giorno, riusciranno a risalire in superficie… ma come? E perché solo alcuni ci riescono?

Gran parte dei diamanti che conosciamo oggi provengono da formazioni molto particolari: si chiamano kimberliti e sono strutture vulcaniche dalla forma conica, simili a un gigantesco imbuto rovesciato. La cosa sorprendente è che oltre il 70% delle gemme viene proprio da lì. Queste rocce agiscono come veri e propri ascensori geologici, trasportando i diamanti da profondità spaventose fino al livello del suolo. Ma nonostante si studino da decenni, c’è sempre stato un grande punto interrogativo su come riescano a esplodere così violentemente verso l’alto.

Le kimberliti sono rocce rare e decisamente particolari. La loro composizione, il modo in cui salgono e l’energia con cui eruttano hanno messo in difficoltà i geologi per anni. Si sapeva che in qualche modo c’entravano i composti volatili, ma mancavano dati solidi per capire il loro ruolo esatto. La difficoltà principale? Non si possono osservare direttamente, e ciò che arriva in superficie è già molto alterato rispetto all’originale. Insomma, si navigava un po’ a vista.

Un gruppo di ricercatori ha deciso di affrontare la questione in modo diverso. Si sono concentrati su una kimberlite ben precisa, quella di Jericho, nel nord-ovest del Canada, dentro lo Slave craton. Attraverso una serie di simulazioni chimiche dettagliatissime, sono riusciti a ricostruire digitalmente la salita del magma, provando a capire cosa succede quando cambia la quantità di acqua e anidride carbonica. Due ingredienti che, come vedremo, fanno tutta la differenza del mondo.

Cosa rende possibile l’ascesa delle pietre preziose

Lo studio, pubblicato sulla rivista Geology e riportato da ScienceDaily, ha finalmente fatto luce su quello che per anni è stato un mistero: la miscela perfetta di CO₂ e H₂O è ciò che permette al magma di kimberlite di salire a velocità incredibili. Non stiamo parlando di un processo lento e graduale: in alcuni casi, l’ascesa può toccare gli 80 miglia all’ora. Ed è proprio questa rapidità che impedisce ai diamanti di trasformarsi in grafite prima di arrivare in superficie.

Ana Anzulović, che guida il team dell’Università di Oslo, spiega che per innescare un’eruzione capace di portare i diamanti fuori dal mantello, serve almeno l’8,2% di anidride carbonica nel magma. Sotto questa soglia, la massa diventa troppo densa e non ce la fa a superare le barriere geologiche del cratone canadese. Grazie a sofisticati software di dinamica molecolare, i ricercatori sono riusciti a simulare come si comportano gli atomi nella miscela mentre sale. Un lavoro certosino, ma fondamentale.

Diamanti (Pixabay foto) - www.sciencecue.it
Diamanti (Pixabay foto) – www.sciencecue.it

La scoperta che cambia la geologia dei diamanti

Un aspetto affascinante emerso dalla ricerca è che CO₂ e H₂O non fanno la stessa cosa. L’acqua serve a mantenere il magma fluido, lo rende più “scorrevole”. La CO₂ invece lo aiuta a strutturarsi in profondità, ma quando si avvicina alla superficie, degassa violentemente e scatena l’eruzione. È una danza chimica molto complessa, ma è proprio lì che si gioca il destino dei diamanti.

Nel caso specifico della kimberlite di Jericho, il team ha scoperto che con la giusta quantità di volatili, il magma è in grado di trasportare fino al 44% di peridotite del mantello fino in superficie. Un risultato sorprendente, soprattutto considerando quanto sia poco viscoso questo tipo di magma. E forse il dato più impressionante è che basta togliere il carbonio dalla formula perché tutto crolli: la massa non sale più, i diamanti restano intrappolati nel buio del mantello. In pratica, un piccolo dettaglio chimico può cambiare tutto.