Cina, ricostruito un cranio umano di 1 milione di anni: un’antico lignaggio vicino ai Denisova e ai Sapiens

Illustrazione di alcuni crani umani (Canva FOTO) - sciencecue.it
Questo cranio aggiunge nuovi tasselli molto interessanti sull’evoluzione umana. Potrebbe trattarsi di un nuovo “ramo” evolutivo.
Quando si parla di evoluzione umana, spesso si immagina un percorso lineare, quasi ordinato, che va da forme più primitive fino all’Homo sapiens. In realtà, la storia è molto più intricata, un mosaico di linee parallele, incroci e scomparse improvvise.
Uno studio ha rimesso al centro di questo dibattito un cranio antico di circa un milione di anni, scoperto in Cina, e conosciuto come Yunxian 2. Il cranio è molto particolare, soprattutto perché ha subito un sacco di deformazioni.
Quel fossile, nonostante fosse deformato e difficile da interpretare per via dei danni subiti nel tempo, è stato ricostruito con tecniche moderne di imaging. E il risultato è sorprendente: mostra una combinazione di tratti arcaici e caratteristiche più evolute, una sorta di ponte tra passato e futuro.
Non è solo un dettaglio tecnico. Questa ricostruzione potrebbe spostare pezzi fondamentali della nostra “mappa” evolutiva, chiarendo il legame tra i Denisoviani, e il particolare Homo longi, la specie a cui viene associato il celebre cranio di Harbin.
Un fossile particolare
Il cranio Yunxian 2 fu ritrovato negli anni ’90 nella provincia di Hubei, lungo una terrazza del fiume Hanjiang. Accanto a lui c’era anche il frammentario Yunxian 1, ma è il secondo ad aver permesso analisi più complete. La sua datazione, compresa tra 940.000 e 1,1 milioni di anni, lo colloca in un periodo cruciale del Pleistocene medio, quando diverse forme di Homo convivevano e si differenziavano.
La sua forma è stata ricostruita grazie a scansioni ad alta risoluzione e a un lungo lavoro di correzione digitale, che ha permesso di ridurre la distorsione dovuta a fratture e schiacciamenti. Alla fine è emersa una morfologia davvero particolare: un cranio ampio e piatto, con arcate sopracciliari marcate, ma privo di alcuni tratti tipici di Homo erectus o dei Neanderthal. In altre parole, un mix che non si lascia incasellare facilmente.

Il nodo evolutivo
Gli studiosi hanno confrontato Yunxian 2 con più di 150 crani antichi e moderni, tracciando la sua posizione all’interno dell’albero genealogico umano. I risultati lo collocano come uno dei più antichi membri del cosiddetto “clade longi”, un gruppo che include fossili come quelli di Dali, Jinniushan e soprattutto il cranio di Harbin, attribuito a Homo longi. È un insieme che, secondo le nuove analisi, si pone come “sorella” della linea evolutiva di Homo sapiens. Ma non finisce qui. All’interno di questo quadro emergono anche i Denisoviani, noti in gran parte grazie al DNA estratto da frammenti rinvenuti in Siberia.
Le analisi suggeriscono che non erano un gruppo separato a sé, bensì parte integrante del “clade longi”. Questo significa che Yunxian 2 potrebbe trovarsi molto vicino all’antenato comune che ha dato origine sia agli uomini moderni sia ai Denisoviani. Le stime temporali rafforzano questa ipotesi: la divergenza tra il clade sapiens e quello longi sarebbe avvenuta circa 1,32 milioni di anni fa, mentre la separazione dai Neanderthal risalirebbe a poco prima, circa 1,38 milioni di anni fa.