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Ufficiale: la città di Napoli cancellata dalla cartina geografica italiana | Nessuno si ricorderà più dei suoi storici vicoli

Napoli cancellata (Pixabay foto) - www.sciencecue.it

Napoli cancellata (Pixabay foto) - www.sciencecue.it

Nella guida 2026 spunta una classifica inaspettata che riscrive la geografia del gusto e lascia Napoli fuori dai giochi.

C’è una città, in Italia, che appena pronunci il suo nome ti viene in mente. Eppure, a volte, anche i luoghi che sembrano intoccabili finiscono per perdere terreno. Succede, sorprende, ma accade. Non esistono più certezze nemmeno in questo mondo, a quanto pare.

Ogni anno, si sa, salta fuori una nuova guida, una nuova classifica, una nuova verità. E puntualmente spunta qualche outsider che ribalta tutto. È un po’ come il festival di Sanremo: tutti lo criticano, nessuno lo perde. Così anche altri elementi: i nomi noti li conosciamo a memoria, ma poi arrivano realtà più piccole, magari di provincia, che spingono forte.

Ora, il punto non è solo chi la fa più buona, ma anche chi riesce a raccontare qualcosa. La narrazione, ormai, conta quanto la ricetta. E quindi può succedere che i riflettori si spostino, che i centri diventino periferie, e viceversa. È un gioco in continuo movimento.

E poi ci sono le mappe. Quelle ufficiali, fatte di nomi, punteggi, voti. Ma anche quelle simboliche, fatte di immaginario collettivo. Quando queste due cose non coincidono, si crea un corto circuito interessante. E qui si parla proprio di una “mappa” che ha lasciato più di qualcuno perplesso. Anzi, diciamolo: ha fatto saltare dalla sedia più di un napoletano.

Una mappa tutta da riscrivere

Come riporta Sky TG24, è uscita la guida “Pizzerie d’Italia 2026” firmata Gambero Rosso. Presentata a Napoli — ironia della sorte — ha messo nero su bianco una fotografia del mondo pizza italiano completamente diversa da quella che ci si aspettava. Sono 816 i locali recensiti (134 quelli nuovi), e il lavoro di selezione è stato enorme.

Ci sono premi, riconoscimenti, stelle e rotelle. Ma anche criteri nuovi, tipo sostenibilità, stagionalità e attenzione ai giovani. Il direttore della guida ha parlato chiaramente: bisogna guardare avanti, premiare non solo il gusto ma anche il messaggio. E infatti, a furia di guardare avanti, qualcuno si è perso… qualcosa dietro. E proprio da questa classifica emerge un dato quasi incredibile.

Pizza (Pixabay foto) - www.sciencecue.it
Pizza (Pixabay foto) – www.sciencecue.it

La città che ha inventato la pizza resta a bocca asciutta

Tra i top nella categoria “Tre Spicchi” — cioè le pizzerie al piatto al massimo livello — troviamo “Pepe in Grani” a Caiazzo (Caserta) e “I Tigli” a San Bonifacio (Verona). Entrambe con 97 punti. Subito dopo, Caserta di nuovo, poi Milano, Roma, Salerno… insomma, tutte tranne una.

Eh sì: Napoli non c’è. O meglio: c’è la cornice, c’è la Mostra d’Oltremare dove è stata presentata la guida, ma mancano i protagonisti. Nessuna pizzeria napoletana — proprio nessuna — è arrivata ai vertici. Come se, improvvisamente, la città fosse scomparsa dalla cartina culinaria delle pizzerie.