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La comunità scientifica è incredula: hanno trovato tracce di ACQUA anche qui | Non si tratta del Pianeta Terra

Universo terra

Trovata l'acqua qui (canva.com) - www.sciencecue.it

La straordinaria scoperta scientifica è pronta a modificare ogni nostra conoscenza riguardo all’origine degli oceani sulla Terra. 

Le scoperte scientifiche che pongono in dubbio le teorie consolidate sono infrequenti e molto importanti. Noi di Sciencecue non possiamo che concordare.

Quando i ricercatori trovano dati che cambiano la storia, la comunità scientifica si ferma a riflettere, obbligata a esaminare il passato con una nuova prospettiva.

È precisamente ciò che si verifica dopo un’imponente scoperta in una regione distante dell’Universo, così vasto e remoto per noi comuni osservatori.

I dati, ottenuti attraverso anni di analisi scrupolose, hanno svelato un aspetto sorprendente, un elemento che potrebbe modificare drasticamente la nostra comprensione dell’origine della vita e degli oceani terrestri.

Evidenze straordinarie

I ricercatori hanno scoperto evidenze notevoli dell’esistenza di acqua liquida su un corpo celeste che ha portato alla formazione di Ryugu, l’asteroide a forma di trottola esplorato dalla sonda giapponese Hayabusa2. I risultati, pubblicati nella rivista Nature e riferiti da HD Blog, indicano che il flusso d’acqua non si è interrotto nei primi istanti della creazione del Sistema solare, bensì è continuato per oltre un miliardo di anni.

La scoperta è stata realizzata grazie ai campioni prelevati direttamente da Ryugu tra il 2018 e il 2019 e portati sulla Terra nel mese di dicembre del 2020. Le analisi isotopiche realizzate dall’Università di Tokyo hanno mostrato una notevole presenza di isotopi dell’afnio rispetto a quelli del lutezio, un’anomalia che può essere interpretata come un indizio di un antico “lavaggio chimico” provocato da fluidi che hanno permeato le rocce dell’asteroide.

Asteroide
Svoltate le teorie (canva.com) – www.sciencecue.it

Cause d’innesco

In base agli studiosi e a HD Blog, si ritiene che il fenomeno sia stato causato da un impatto sul corpo madre di Ryugu, un urto che avrebbe provocato fratture nella crosta e fuso una porzione di ghiaccio al suo interno, consentendo così la circolazione dell’acqua. Questo scenario contraddice la concezione abituale secondo cui le attività relative all’acqua negli asteroidi sarebbero terminate nelle fasi iniziali della storia del Sistema solare.

Se l’acqua in forma liquida fosse stata presente per un periodo così esteso, ciò indicherebbe che gli asteroidi carboniosi, come Ryugu, sarebbero stati in grado di portare sulla giovane Terra quantità significativamente maggiori, sostenendo l’idea che gran parte dei nostri oceani sia derivata da impatti asteroidali. La quantità di materiale esaminata è stata molto piccola, con frammenti delle dimensioni di un chicco di riso, il che ha reso necessario lo sviluppo di nuove e avanzate tecniche di misura. Il passo successivo consisterà nel mettere a confronto questi dati con quelli provenienti dall’asteroide Bennu, i cui campioni sono stati portati sulla Terra dalla missione OSIRIS-REx della NASA.