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“Un morso e ti stacca tutti gli arti”: in Italia arriva lo squalo più veloce del mondo | Un essere umano muore in meno di 10 secondi

Squalo feroce (Depositphotos foto) - www.sciencecue.it

Squalo feroce (Depositphotos foto) - www.sciencecue.it

Avvistato al largo delle coste italiane uno dei predatori marini più rapidi e temuti in assoluto, davvero impressionante. 

Nel Mediterraneo si nasconde un universo sorprendente, e no, non parliamo solo dei soliti pesci colorati o delle onde cristalline. Ci sono creature che, per quanto affascinanti, riescono a incutere un certo timore — forse per la loro rarità o per quella reputazione poco rassicurante che si portano dietro.

In ogni caso, la loro presenza è un indizio potente della ricchezza (e fragilità) del nostro ecosistema marino. Alcune di queste presenze, quando si fanno vedere, riescono davvero a catturare l’attenzione.

Secondo tanti studiosi, la comparsa di animali grandi e predatori — sì, anche quelli un po’ spaventosi — può voler dire che il mare gode di buona salute. Eh già, perché solo un ambiente equilibrato e ricco di vita può attirare certi esemplari che solitamente se ne stanno ben lontani dalla costa.

Ed è un segnale da non ignorare, anzi, uno stimolo a osservare più da vicino cosa accade là sotto, senza farsi prendere da allarmismi. Il paradosso? Questi giganti del mare, che sembrano indistruttibili, sono tra i più vulnerabili sotto certi aspetti.

La pesca eccessiva, l’inquinamento, le reti da cui non riescono a scappare: le vere minacce sono sempre le stesse. Ogni avvistamento, ogni incontro inaspettato, è quasi un piccolo miracolo che ci ricorda quanto sia sottile l’equilibrio della vita marina. E quanto sia facile romperlo.

Quando il mare si fa notare all’improvviso

Come riporta Libero.it, è successo nel Salento, vicino a Porto Cesareo, domenica 10 agosto. Durante una normale uscita in mare, padre e figlio — Francesco e Paolo Baldieri — si sono trovati faccia a faccia con un visitatore decisamente speciale: uno squalo mako. Giovane, lungo circa un metro, ma già impressionante. Non solo si è avvicinato alla barca, ma sembrava quasi curioso. “Era come se volesse giocare”, ha detto Francesco, che fa la guida ambientale. Una scena da film, ma reale. E decisamente rara.

Il tutto è stato ripreso in un video diventato virale, attirando anche l’attenzione degli esperti. La veterinaria Diana D’Agata, specialista in fauna marina, ha confermato con quasi totale certezza l’identificazione dello squalo. Ha parlato di un avvistamento “chiaro e significativo”, legato alla buona condizione dell’ecosistema marino locale. Ma quali pericoli ci sono per l’uomo?

Squalo mako (Depositphotos foto) - www.sciencecue.it
Squalo mako (Depositphotos foto) – www.sciencecue.it

Dietro la velocità si nasconde molto di più

Lo squalo mako, per chi non lo sapesse, è una vera freccia del mare. Può arrivare fino a 100 km/h (sì, davvero) e inseguire pesci velocissimi come tonni, marlin o persino calamari. Appartiene alla stessa famiglia dello squalo bianco ma, va detto, non considera l’uomo una preda. Però può essere pericoloso, specialmente se catturato per sbaglio o provocato in modo diretto — come può capitare durante la pesca.

Vederlo così vicino alla costa? Strano, ma non impossibile. C’è chi dice che la scarsità di prede in mare aperto possa spingerlo a cambiare rotta, oppure che le esche usate dai pescatori sportivi lo attraggano. Ma la vera questione è un’altra: questa specie sta scomparendo. Negli ultimi due secoli, nel Mediterraneo, il numero di esemplari è crollato di quasi il 99%. Il mako è in Lista Rossa IUCN, e non per caso. Sopravvive a fatica, stretto tra l’attività dell’uomo e il suo ciclo vitale lento. E anche per questo, un incontro così vale molto di più di quanto sembri.