Disastro annunciato per uno dei colossi italiani | La società è costretta a vendere: finisce tutto nelle mani degli stranieri

A rischio? (canva.com) - www.sciencecue.it
Gruppo commerciale verso la vendita: la divisione militare sarà ceduta prima. Ecco cosa rischia davvero l’industria.
Le grandi imprese non sono solo motori economici; incarnano identità, territori e storie comuni. Ogni stabilimento e linea di produzione è legato a famiglie, comunità e intere città che si sviluppano attorno ad esso.
Quando una di queste aziende affronta difficoltà o cambia proprietà, non si tratta solo di una notizia economica: rappresenta un momento significativo nella storia industriale di un Paese.
Sicuramente, la globalizzazione ha accelerato il movimento di capitali, tecnologie e proprietà. Tuttavia, ha anche aumentato le vulnerabilità.
Così, accade che un grande gruppo italiano, simbolo dell’ingegneria meccanica, si trovi a rischio di essere acquisito da una multinazionale straniera.
Pronta all’acquisto
È il caso di Iveco, che adesso è al centro di trattative cruciali con un grande gruppo asiatico. Come riportato da Qui Finanza, la holding Exor, sotto il controllo della famiglia Agnelli-Elkann, sta portando avanti colloqui avanzati per cedere il gruppo Iveco alla compagnia automobilistica Tata Motors, leader nel mercato indiano. Tuttavia, questo accordo dipende dalla separazione o vendita della divisione Iveco Defence, famosa per la produzione di veicoli militari.
Questa sezione dell’azienda è un asset strategico, il cui valore, secondo la fonte, salito fino a 1,9 miliardi di euro, ha suscitato l’interesse del gruppo italiano Leonardo, possibile acquirente per garantire la continuità sotto controllo nazionale. La vendita di Iveco Defence è considerata una condizione necessaria per evitare l’intervento del “golden power” da parte del governo italiano, dato che si tratta di un settore cruciale per la sicurezza nazionale.

Possibili scenari
Al momento, Exor possiede il 27,1% delle azioni di Iveco, ma ha diritti di voto che raggiungono il 43,1%, mantenendo così il controllo reale. Iveco conta 36. 000 dipendenti, di cui 14. 000 in Italia, e genera un fatturato superiore a 16 miliardi di euro; di conseguenza, secondo la fonte, la possibile vendita ha sollevato forti preoccupazioni tra i sindacati e nel panorama politico, con delle richieste di intervento rivolte direttamente alla Presidente del Consiglio.
Secondo Qui Finanza, la Fiom avrebbe fatto pressioni affinché il governo arresti questa operazione, definendola una “svendita” del patrimonio industriale nazionale. Anche Carlo Calenda avrebbe chiesto di attivare il golden power, mentre la paura principale riguarda il futuro degli stabilimenti e dei lavoratori italiani in caso di acquisizione da parte di Tata Motors. Da parte sua, quest’ultima, che produce oltre 1,1 milioni di veicoli ogni anno con un fatturato di 53 miliardi di dollari, vede in Iveco un’opportunità per ampliare la propria presenza in Europa e rafforzare la sua posizione nel mercato dei mezzi pesanti e dei trasporti pubblici, con un’espansione che potrebbe alterare gli equilibri industriali sul continente.