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“Non produrremo più nuove auto”: COLOSSO EUROPEO annuncia la fine del suo impero | La crisi ha colpito anche loro

Auto e stop (Depositphotos foto) - www.sciencecue.it

Auto e stop (Depositphotos foto) - www.sciencecue.it

Una svolta inattesa nel mondo dei motori scuote il panorama europeo, mettendo in discussione scelte che sembravano intoccabili.

Da anni si parla ovunque di rivoluzioni ecologiche, di svolte green, di “futuro sostenibile”. Ma la verità? Beh, non è tutto oro quel che luccica. Anche i giganti dell’automotive, quelli con sedi scintillanti e budget da capogiro, a volte sono costretti a rallentare. O a fare un passo indietro. Le belle idee non bastano se poi la realtà presenta il conto. E il conto, in certi casi, è salatissimo.

C’è chi crede che il progresso sia lineare, sempre in salita, un passo avanti dopo l’altro. Ma chi lavora davvero dentro queste aziende sa che è un continuo fare e disfare. Le tecnologie promettenti diventano zavorra se non trovano terreno fertile. E quando mancano strutture, soldi e incentivi, anche il più brillante dei progetti rischia di restare chiuso in un cassetto.

Nel frattempo, i colossi devono fare i conti con leggi sempre più strette e aspettative altissime. Il problema è che non si può puntare su tutto, bisogna scegliere. E ogni scelta, oggi più che mai, è un rischio. Investire su un’idea significa rinunciare ad altre strade. E quando una di queste si dimostra un vicolo cieco, c’è poco da fare: si cambia rotta, si fa marcia indietro.

Ecco, alcune decisioni fanno più rumore di altre. Soprattutto quando toccano settori dove tutti, fino a ieri, sembravano credere ciecamente. Quando un progetto considerato “di punta” viene abbandonato, il messaggio è forte. E non riguarda solo una singola azienda: può cambiare l’umore di un intero settore.

Un cambio di programma che fa discutere

La notizia è ufficiale, come riporta Virgilio.it: Stellantis ha deciso di chiudere baracca e burattini sul fronte idrogeno per i veicoli commerciali leggeri. Addio, almeno per ora, a furgoni alimentati con celle a combustibile. Il motivo? Un mix di problemi non da poco: rifornimenti difficili, costi spropositati e incentivi praticamente inesistenti. Così, il programma “Pro One” — che doveva decollare tra pochi mesi — è stato archiviato.

Il piano era ambizioso: furgoni a idrogeno prodotti in Francia e Polonia, pronti a invadere il mercato entro la fine dell’anno. Ma no, non se ne fa nulla. Jean-Philippe Imparato, uno dei pezzi grossi del gruppo, ha detto chiaramente che il mercato dell’idrogeno, al momento, è troppo piccolo e troppo costoso. Quindi meglio puntare sull’elettrico e sull’ibrido, che almeno qualche certezza la danno.

Illustrazione di un motore ad idrogeno (Depositphotos foto) - www.sciencecue.it
Illustrazione di un motore ad idrogeno (Depositphotos foto) – www.sciencecue.it

Un addio che pesa più del previsto

Quello che colpisce è che Stellantis, fino a ieri, sembrava credere davvero in questa tecnologia. Era uno dei pochi grandi nomi ancora convinti che l’idrogeno potesse funzionare. Il fatto che proprio loro si tirino indietro adesso, blocchi alla mano e produzione annullata, dice molto. Hanno promesso che non ci saranno tagli al personale e che i team di ricerca verranno spostati su altri progetti, ok, ma il segnale resta.

Il rischio ora è che questo dietrofront raffreddi ulteriormente un settore già in difficoltà, dove servirebbe invece entusiasmo e investimenti. Stellantis ha fatto la sua scelta: concentrarsi su ciò che funziona, almeno per ora. L’idrogeno può aspettare.