Scoperta in Giappone una nuova specie di pterosauro: un esemplare unico con caratteristiche mai viste prima

Illustrazione di uno pterosauro (Canva FOTO) - sciencecue.it
Questa scoperta è molto interessante in quanto, questo nuovo esemplare, fornisce informazioni su questo variegato gruppo.
Una scoperta decisamente notevole arriva dal Giappone meridionale: i paleontologi hanno identificato una nuova specie di pterosauro, e questa volta non si tratta di semplici impronte o frammenti isolati privi di contesto. Stiamo parlando di Nipponopterus mifunensis, il primo pterosauro mai battezzato ufficialmente sulla base di resti ossei rinvenuti nel Paese.
Il fossile in questione? Un singolo osso del collo, nello specifico una vertebra cervicale, scoperta anni fa (negli anni ’90) nella formazione geologica del Gruppo di Mifune, nella prefettura di Kumamoto, sull’isola di Kyushu. Per molto tempo è rimasto in attesa di una diagnosi più accurata, fino a quando un team internazionale, con ricercatori da Giappone, Cina e Brasile, ha deciso di rispolverarlo e rivederlo da cima a fondo. Un lavoro lungo, ma che ha dato i suoi frutti.
Questa vertebra non è solo un fossile qualunque: presenta delle caratteristiche così particolari da distinguersi nettamente da quelle di qualsiasi altro pterosauro noto. La scoperta, pubblicata sulla rivista Cretaceous Research, segna anche un importante passo avanti per la paleontologia nipponica, storicamente povera di ritrovamenti completi di questi animali volanti. E ora, finalmente, anche il Giappone può vantare uno pterosauro con un nome tutto suo.
Ma cosa rende davvero speciale Nipponopterus mifunensis? Intanto, il fatto che appartenga alla famiglia degli Azhdarchidae, quella che comprende i giganti del cielo come Quetzalcoatlus, e che con ogni probabilità volasse sopra l’arcipelago durante il Cretacico superiore. Si stima avesse un’apertura alare tra i 3 e i 3,5 metri.
Un collo lungo e particolare
La vertebra in questione, secondo i ricercatori, è la sesta del tratto cervicale. È un osso lungo e sottile, come ci si aspetta da un azhdarchide, ma presenta anche dettagli piuttosto insoliti. Il più evidente? Una cresta dorsale ben marcata, che corre lungo il dorso dell’osso e continua fino al peduncolo postexapofiseale, una struttura che nei pterosauri non è quasi mai così pronunciata. A questo si aggiunge un solco ventrale profondo, un condilo a forma subtriangolare e delle postexapofisi che sporgono lateralmente in modo curioso. Tutti questi tratti messi insieme non compaiono in nessun altro pterosauro conosciuto.
La vertebra, catalogata come MDM 349, è stata analizzata con tecniche moderne, tra cui la tomografia computerizzata presso l’Università di Kumamoto, e poi inserita in un’analisi filogenetica completa. Il risultato? Il nuovo esemplare risulta strettamente imparentato con il cosiddetto “Burkhant azhdarchid”, un enigmatico pterosauro proveniente dalla Mongolia, e si colloca all’interno del gruppo dei Quetzalcoatlinae, lo stesso sottogruppo del celebre Quetzalcoatlus (Fonte: Zhou et al., 2025).

Un fossile che racconta una storia
A livello geologico, il fossile proviene dalla cosiddetta “Upper Formation” del Gruppo di Mifune, una formazione sedimentaria risalente al Turoniano-Coniaciano del Cretacico superiore. È stato ritrovato in uno strato sabbioso spesso appena 30 cm, incastonato tra due livelli tufacei nei pressi della diga di Amagimi, a Mifune. E anche se si tratta di un solo osso, la sua conservazione è eccellente e le caratteristiche morfologiche sono abbastanza chiare da permettere una classificazione precisa (Zhou et al., 2025).
Finora, il Giappone aveva raccolto solo pochi resti frammentari di pterosauri: una falange da Hokkaido, qualche osso sparso da Honshu e un paio di tracce fossili. Nessuno di questi era bastato per dare un nome a una nuova specie. Il riconoscimento di Nipponopterus mifunensis segna quindi una svolta e apre nuove prospettive sulla fauna preistorica giapponese, che probabilmente era più ricca e varia di quanto si pensasse.