Home » Con i tentacoli ti avvinghiano e mordono: segnalata un’invasione in mare aperto | Dal fondale salgono e non si staccano più

Con i tentacoli ti avvinghiano e mordono: segnalata un’invasione in mare aperto | Dal fondale salgono e non si staccano più

Banco di pesci

Queste creature stanno diventando quasi pericolose per i nostri mari (Freepik Foto) - www.sciencecue.it

Negli ultimi anni, le trasformazioni che interessano gli ambienti naturali hanno assunto una rapidità e un’intensità altissime.

Queste condizioni pongono nuove sfide alla nostra capacità di comprensione e intervento. L’ambiente marino, in particolare, mostra segnali sempre più evidenti di stress e squilibri che si ripercuotono a cascata su numerosi livelli della catena ecologica.

I cambiamenti climatici stanno influenzando fattori che un tempo erano considerati relativamente stabili, come la temperatura delle acque, la salinità, le correnti e la composizione delle specie. Piccoli scompensi possono generare fenomeni imprevedibili, con conseguenze tanto ecologiche quanto economiche e sociali.

Ciò che fino a pochi anni fa era raro o localizzato tende oggi a presentarsi con frequenza crescente e con caratteristiche mai osservate prima. Di fronte a queste nuove condizioni, la comunità scientifica si trova spesso a dover decifrare dinamiche inedite.

Anche chi vive quotidianamente il mare — come pescatori, operatori portuali o biologi sul campo — racconta di situazioni che sfuggono ai modelli tradizionali. Gli effetti di questi cambiamenti, talvolta spettacolari, non sempre si rivelano positivi nel lungo termine.

Una presenza imprevista

In questo contesto, alcune specie sembrano approfittare delle nuove condizioni marine per espandersi in maniera anomala. È il caso di un cephalopode comune ma tradizionalmente limitato a certe zone temperate, che ora sta registrando numeri straordinari nelle acque più settentrionali. La causa principale? Un innalzamento delle temperature superficiali del mare senza precedenti, spinto da condizioni meteo eccezionali e persistenti.

Nel solo mese di maggio, in una zona della Manica, alcuni pescherecci hanno segnalato catture record: tonnellate di esemplari dove prima se ne contavano poche decine. Questo ha modificato non solo la composizione delle reti da pesca, ma anche l’intera dinamica alimentare del fondale marino. A farne le spese, numerosi crostacei, piccoli pesci e organismi planctonici essenziali per l’ecosistema. I soggetti in questione sono proprio gli amatissimi e popolarissimi polpi.

Polpi
Polpi, ecco come cacciano nei nostri mari (Freepik Foto) – www.sciencecue.it

Impatti e conseguenze

Secondo gli esperti, l’arrivo massiccio di questa specie non rappresenta solo una curiosità biologica, ma può innescare effetti a catena su più livelli dell’ecosistema. Predatori versatili e voraci, questi animali compromettono la sopravvivenza di altre specie chiave, portando a un depauperamento complessivo della biodiversità locale. A farne le spese sono anche risorse alimentari tradizionali, con potenziali impatti sul settore della pesca.

Ma non finisce qui. Le acque più calde favoriscono anche lo sviluppo di fioriture algali dannose, che possono togliere ossigeno all’acqua e creare zone marine “morte”. Inoltre, le condizioni attuali aumentano il rischio di proliferazione di batteri e tossine che possono compromettere la sicurezza alimentare, colpendo specie come cozze e ostriche. Si tratta, dunque, di un fenomeno che va ben oltre la semplice fluttuazione numerica di una specie.