Cranio flessibile e cervello grande: le chiavi evolutive che hanno portato alla nascita degli uccelli moderni

Illustrazione di alcuni dinosauri (Depositphotos FOTO) - www.sciencecue.it
Il cranio e il cervello degli uccelli, anch’essi teropodi, si distinguono dagli altri dinosauri proprio per queste caratteristiche.
Quando guardi un passerotto sul davanzale o un pappagallo che ti osserva con aria saccente dalla sua gabbietta, probabilmente non pensi: “Wow, sto guardando un dinosauro in miniatura.” Eppure è così. Gli uccelli sono dinosauri, anche se un po’ diversi (per certi aspetti) dagli altri teropodi come il Tyrannosarus rex.
Nel corso del tempo, questi dinosauri hanno subito trasformazioni incredibili. Tra le più importanti? Il cervello. Il cervello degli antenati degli uccelli, infatti, in proporzione al corpo, è incominciato ad essere molto più grande, e questo ha comportato, direttamente e indirettamente, una serie di cambiamenti nel cranio, nelle mascelle e perfino nel modo in cui mangiano.
Un nuovo studio condotto da un team delle università di Chicago e del Missouri ha provato a rispondere a una domanda tutt’altro che banale: com’è che gli uccelli sono diventati così… mobili, versatili, praticamente acrobati del becco? E la risposta, manco a dirlo, passa proprio per quel cervello più grande e per un cranio diventato sorprendentemente flessibile.
Sono stati creati modelli 3D, muscoli virtuali, in modo tale che i paleontologi con software super avanzati riuscissero a scoprire qualcosa di più su quest’incredibile e vastissimo gruppo. Ed i risultati sono interessanti.
Quando il cranio si fa “wiggly”
La parola che il biologo Alec Wilken ha usato per descrivere il cranio degli uccelli moderni è “wiggly”. Traduzione? “Molle”, “flessibile”, “che si muove un sacco”. Insomma, tutto tranne che rigido. Ed è proprio questa caratteristica che ha dato agli uccelli una marcia in più. A differenza dei mammiferi, dei dinosauri classici o delle tartarughe, gli uccelli possono muovere parti diverse del loro cranio in modo indipendente. Tipo… becco che si apre da un lato, palato che si solleva, mascella che si muove in sincrono. Una sinfonia ossea. Questo movimento si chiama “cinesi craniale”, e non è solo un trucchetto da mostrare agli amici. Immagina un pappagallo che usa il becco come se fosse una mano, o un corvo che riesce a scavare, manipolare, afferrare. Tutto grazie a quel cranio che non è un blocco unico, ma un meccanismo sofisticato, quasi ingegneristico.
I ricercatori, per capirci qualcosa, hanno preso fossili, alligatori, polli, e li hanno passati sotto TAC. Da lì hanno creato modelli tridimensionali per studiare come si muovono muscoli e ossa. Il risultato? Prima cresce il cervello, poi cambia la forma del cranio, le inserzioni muscolari si spostano e… voilà, il palato si separa e comincia a muoversi. E con quella libertà meccanica, gli uccelli hanno potuto mangiare cose diverse, comportarsi in modi nuovi, adattarsi a praticamente qualsiasi ambiente. Dalla giungla ai marciapiedi.

Dinosauri molto particolari
Una delle scoperte più affascinanti dello studio è che questa mobilità cranica, cioè il “potere di muovere la faccia”, detto brutalmente, è comparsa dopo il Cretacico. Cioè, non ce l’avevano i dinosauri piumati tipo l’Archaeopteryx. Questa caratteristica si è sviluppata più avanti, probabilmente quando l’ambiente ha selezionato cervelli in proporzione più grandi, e forse è proprio questo il il carattere che diversifica un po’ gli uccelli dai dinosauri.
A livello anatomico, penne e piume per esempio erano condivise sia tra i teropodi aviani che non aviani, e queste caratteristiche permettevano, assieme al salto, di far planare (e anche volare) alcuni teropodi più piccoli. invece, una caratteristica del genere è assente sia nei dinosauri non aviani che nel lignaggio degli uccelli secondo la ricerca. Non svolge solo un ruolo nell’alimentazione e nutrizione, ma permette anche di manipolare, esplorare, giocare. Alcuni uccelli usano il becco come appoggio per arrampicarsi, altri per aprire semi durissimi.