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Barbie: con quali materiali sono prodotte le famose bambole?

Barbie

Nice, France - July 29.2023: Panoramic view of fashion Barbie dolls, KEN surrounded by Barbies. Frienship concept.

La Barbie di Mattel sono le bambole più famose del mondo, inizialmente realizzate in cloruro di polivinile (PVC). Nel corso del tempo questi costituenti polimerici sono stati sostituiti da materiali più stabili ed ecosostenibili.

Le Barbie

Pochi giocattoli hanno influenzato la moda e la cultura così profondamente come la bambola Barbie di Mattel, prodotta per la prima volta nel 1959. Questa bambola ha sottolineato l’importanza del genere femminile nella società molto prima che molte donne avessero tali opportunità. Numerose versioni di Barbie includono vari ruoli che una donna dagli anni ’60 agli anni ’90 difficilmente poteva sperare, come professoressa, infermiera, veterinaria, astronauta e candidata presidente.

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Dal punto di vista materiale, le Barbie sono manufatti plastici, soggetti a rapido deterioramento, e la loro conservazione può rappresentare una sfida.

Il primo materiale utilizzato per la produzione di Barbie

Inizialmente il cloruro di polivinile (PVC) plastificato era il materiale usato per la produzione di queste bambole. Il PVC è un materiale polimerico ricoperto da una soluzione plastificante che, come additivo, serve a rendere il PVC più malleabile. Con il passare del tempo, però, questi additivi si degradano e diventano essudati lucidi e appiccicosi che rendono le Barbie poco adatte ad essere maneggiate soprattutto dai bambini.

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Uno dei maggiori problemi associati alle applicazioni dei polimeri è la loro instabilità agli agenti atmosferici e alla luce del giorno. La luce UV e le lunghezze d’onda corte della luce visibile possono indurre processi fotochimici nei polimeri organici, che provocano cambiamenti drammatici nella matrice polimerica. Anche gli effetti del calore, dell’umidità, delle sostanze inquinanti, delle sollecitazioni meccaniche e degli attacchi biologici possono essere coinvolti nel processo di invecchiamento.

La luce UV solare induce processi fotochimici nei materiali organici, che provocano la fissazione dell’ossigeno, riarrangiamenti, scissioni di catene, reticolazione, fotoscolorimento e fotosbiancamento. Tutti questi processi contribuiscono a una diminuzione delle varie proprietà dei materiali, come le proprietà ottiche, meccaniche ed elettrochimiche.

Cosa è cambiato nel corso del tempo

Dalla prima Barbie, prodotta nel 1959 utilizzando cloruro di polivinile (PVC) plastificato, i materiali usati per la realizzazione delle Barbie sono cambiati nel tempo. Questo è avvenuto sia a causa di problemi di degradazione, sia a causa di vincoli economici e legali.

Le bambole di Mattel hanno iniziato ad avere delle braccia in etilen-vinil-acetato (EVA), torsi in acrilonitrile-butadiene-stirene (ABS), teste di un composto vinilico rigido e gambe in polipropilene e PVC con una diversa formulazione rispetto ai modelli precedenti.

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Tutte queste molecole, però, appartengono alla categoria delle plastiche che rappresentano una preoccupazione per l’ambiente. Questo problema non riguarda solo il corpo delle Barbie, ma anche i capelli, i vestiti e gli imballaggi che sono sempre costituiti da materiali plastici o fibre sintetiche.

Prospettive future

Per risolvere il problema dell’utilizzo di materiali plastici, la Mattel ha iniziato a produrre Barbie costituite da plastica riciclata. Una delle nuove collezioni della famosa bambola, infatti, si chiama “Barbie Loves the Ocean”, proprio perchè è realizzata con plastica riciclata proveniente dagli oceani. L’azienda di Mattel, inoltre, ha dichiarato di impegnarsi a produrre modelli di Barbie formati dal 95% da plastiche riciclate e a base biologica entro il 2030. Un’altra recente iniziativa sostenibile è la “Mattel PlayBack”. Esso è un programma di ritiro di giocattoli, ideato per recuperare materiali dai vecchi giochi Mattel e riutilizzarli per crearne dei nuovi.

La Mattel non è l’unica azienda a compiere e sviluppare importanti cambiamenti ecosostenibili all’interno dei suoi prodotti; infatti, molte altre aziende di giocattoli stanno cercando di diventare sempre più “eco-friendly”.