Intervista a Maurizio Cheli, da astronauta ad imprenditore
Cosa fa un astronauta quando va in “pensione”? Solitamente si dedica alla divulgazione scientifica ma non dimentichiamoci che coloro che hanno volato nello spazio sono individui pieni di risorse e sopratutto di energie! È il caso di Maurizio Cheli, astronauta, pilota e imprenditore.
Cosa fa un astronauta quando va in “pensione”? Solitamente si dedica alla divulgazione scientifica ma non dimentichiamoci che coloro che hanno volato nello spazio sono individui pieni di risorse e sopratutto di energie! È il caso di Maurizio Cheli, astronauta, pilota e imprenditore.
Dopo una straordinaria carriera come pilota collaudatore ed astronauta, a bordo dello Space Shuttle Columbia, nell’ambito della missione Tethered, nel 2005 Maurizio ha fondato, insieme ad alcuni amici appassionati di volo, la CFM Air, una start-up specializzata nella progettazione, produzione e nel collaudo di velivoli sportivi e turistici in lega di alluminio e fibra di carbonio.
Abbiamo deciso di andare a trovarlo per farci raccontare di questa sua nuova esperienza nel mondo dell’imprenditoria. Maurizio ci ha dato appuntamento all’Aeroclub Torino, dove abbiamo potuto ammirare il DARDO in tutta la sua bellezza estetica.
Maurizio raccontaci di questo velivolo, dalla sua nascita fino al collaudo.
Questo alle nostre spalle è l’ottavo modello che progettiamo dalla nascita della startup. CFM-Air si occupa di ingegneria passando dalla progettazione al collaudo di un prototipo volante da soli: ad eccezione del motore che viene ordinato su commissione. Per il design invece ci appoggiamo ad un caro amico di Modena, Mirko Pecorari: lui ci disegna le forme che poi noi ingegnerizziamo. Utilizziamo gli stessi software che utilizzano le grandi aziende tipo CATIA, ed i software che servono per la progettazione strutturale come NASTRAN. Diamo priorità agli interni poiché questi velivoli sono usati normalmente per turismo e quindi devono essere confortevoli. Contrariamente alle altre aziende, noi partiamo dall’interno per realizzare infine la scocca, un pò come avviene per le automobili.
Quanto tempo occorre per realizzare un prototipo di questo tipo?
Dalla sua progettazione sino al collaudo, siamo riuscito a mettere in volo questo primo prototipo elettrico in due anni. Adesso ne abbiamo un altro, il DARDO 2, di tipo ibrido. Siamo solo 7 al momento e ci occupiamo anche della realizzazione degli stampi per realizzare i pezzi e assemblarli una volta pronti. Pur essendo un velivolo piuttosto semplice rispetto ai prototipi militari bisogna comunque testarlo al punto da garantire l’adeguata sicurezza che ogni aeroplano deve avere prima di poter essere utilizzato in volo.
Parliamo delle caratteristiche tecniche, delle prestazioni e dei costi di produzione.
DARDO pur essendo un aereo ultraleggero si colloca nella fascia alta del mercato, sia per l’impiego del materiale utilizzato sia per le caratteristiche del velivolo. Magari è un termine un pò azzardato, ma volevamo costruire la “Ferrari” del cielo, sia dal punto di vista di comodità interna, sia dal punto di vista delle prestazioni. È molto prestazionale nel suo campo, con un’autonomia e una maneggevolezza che fann si che DARDO si avvicini molto ad un velivolo da addestramento militare. L’autonomia del velivolo è di 4 ore, per spiegarlo in termini pratici, è in grado di volare da Torino a Palermo con una sola ricarica, con una velocità di crociera pari a 250 km/h. I costi per un progetto di questo genere, qualora costruito e finanziato in piena autonomia, si aggirerebbero intorno ad un milione e mezzo di euro.
Seguite il resto dell’intervista nel filmanto in alto. Di seguito una photogallery dedicata a Maurizio Cheli e ai momenti salienti della sua carriera.