Diaphorina citri (Depositphotos)
Una scoperta rivoluzionaria nel campo della microbiologia: una struttura tubulare contenente ribosomi, mai osservata prima.
È stata identificata all’interno di un batterio simbionte che vive in un insetto distruttivo per le colture agrumicole. Il ritrovamento potrebbe riscrivere le basi della biologia cellulare e aprire nuove strade per il controllo biologico dei parassiti agricoli.
Nel dicembre 2025, un team di ricercatori internazionali ha annunciato una scoperta che potrebbe cambiare la nostra comprensione della biologia batterica. Utilizzando tecniche avanzate di microscopia 3D, gli scienziati hanno individuato all’interno del batterio simbionte Candidatus Profftella armatura una struttura tubulare elicoidale ricca di ribosomi, che si estende lungo gran parte della cellula. Si tratta di un fenomeno mai osservato prima nei batteri e di una complessità strutturale che finora era ritenuta esclusiva delle cellule eucariotiche.
Profftella armatura è un batterio intracellulare simbiotico che vive all’interno del psillide asiatico degli agrumi (Diaphorina citri), un piccolo insetto ematofago responsabile della trasmissione del batterio patogeno Candidatus Liberibacter asiaticus, agente della Huanglongbing (HLB), o “citrus greening disease”.
Questa malattia è una delle più gravi minacce per la produzione di agrumi a livello globale, causando la perdita di milioni di alberi ogni anno. Profftella è trasmesso verticalmente da madre a figlio nell’insetto e produce composti tossici che difendono il suo ospite da predatori, rendendo l’insetto ancora più difficile da controllare.
Il team, composto da ricercatori della Toyohashi University of Technology, Pusan National University, Kobe University e National Institute for Physiological Sciences, ha pubblicato i risultati della scoperta sulla rivista *npj Imaging*.
Attraverso tecniche di microscopia elettronica a scansione in 3D ad alta risoluzione, i ricercatori hanno osservato che le cellule di Profftella sono incredibilmente allungate, raggiungendo lunghezze di oltre 100 μm — una dimensione eccezionale per un batterio.
All’interno di queste cellule, sono state trovate più strutture tubulari elicoidali, ciascuna lunga decine di micrometri e con un diametro di circa 230 nm. Ogni tubo è composto da 5 o 6 filamenti destrorsi che si attorcigliano in una formazione stabile e ben definita.
Attraverso ulteriori analisi ottiche, si è scoperto che l’interno di questi tubi è densamente popolato di ribosomi, i complessi molecolari deputati alla sintesi proteica.
Questa caratteristica suggerisce che la struttura possa essere:
Tradizionalmente, i batteri vengono descritti come organismi privi di compartimenti interni complessi. La scoperta di un organello con struttura coerente, dimensioni consistenti e funzionalità potenzialmente integrate ribalta questa visione.
La presenza di una struttura così sofisticata in un batterio suggerisce che la complessità cellulare non sia esclusiva degli eucarioti e che l’evoluzione di organelli possa aver avuto più percorsi paralleli di quanto si pensasse finora.
Questa ipotesi rafforza l’idea di un continuum evolutivo tra forme di vita semplice e organismi multicellulari avanzati, modificando la narrazione classica della separazione netta tra procarioti ed eucarioti.
Oltre all’impatto teorico, la scoperta ha potenziali implicazioni pratiche di rilievo. Profftella, essendo un simbionte fondamentale per la sopravvivenza del psillide asiatico, rappresenta un bersaglio privilegiato per strategie di controllo biologico.
L’approccio risulterebbe meno invasivo e più sostenibile rispetto ai pesticidi tradizionali, in quanto colpirebbe un punto debole specifico del simbionte senza danneggiare gli ecosistemi circostanti.
Profftella potrebbe diventare un modello sperimentale chiave per esplorare:
La ricerca futura si concentrerà sull’analisi genetica e proteomica della struttura tubulare, nonché sulla sua replicazione artificiale in altri sistemi batterici. La possibilità di imitare o modificare questa struttura potrebbe persino aprire nuove strade in ambito biotecnologico, come il design di nanostrutture ribosomiali per la sintesi proteica controllata.
La scoperta di un “organo batterico” altamente organizzato all’interno di Profftella rappresenta una delle più sorprendenti rivelazioni recenti nella biologia cellulare. Non solo mette in discussione le fondamenta della classificazione dei viventi, ma offre anche nuove prospettive nella lotta biologica ai parassiti agricoli, nella biologia evolutiva e nelle applicazioni tecnologiche bioispirate.
Ancora una volta, l’universo microscopico si rivela essere una fonte inesauribile di complessità, innovazione e meraviglia scientifica.