Non finisce di stupire (Warren R. Dawson/commons.wikimedia.org) -www.sciencecue.it
Rinvenute in Asia mummie di 12. 000 anni fa, le più antiche di sempre. Secondo gli archeologi potrebbero essere state essiccate a fumo!
Il mondo della mummificazione non smette di stupirci! Come riporta The Daily Sabah un gruppo di ricercatori ha scoperto quelle che potrebbero essere le mummie più antiche di sempre, risalenti a circa 12. 000 anni fa e rinvenute in varie località del Sud-Est asiatico.
La scoperta, pubblicata sul Proceedings of the National Academy of Sciences, avrebbe il potenziale per trasformare la narrativa attorno alle pratiche funerarie delle prime civiltà locali dell’epoca. Nello specifico, la mummificazione, la quale previene la decomposizione dei corpi, può avvenire in forma naturale – come nei deserti dell’Atacama in Cile – oppure derivare da pratica volontaria, da noi per lo più conosciuta grazie agli Egizi.
Come abbiamo ben imparato nel corso degli anni, imbalsamare i morti rappresentava per alcune civiltà antiche un modo per rendere omaggio agli antenati o favorire il loro passaggio nel mondo dei morti.
Fino ad oggi, le mummie più antiche mai documentate erano quelle appartenenti al popolo dei Chinchorro, vissuto circa 7. 000 anni fa tra Perù e Cile. Tuttavia, le recenti evidenze rinvenute in Asia anticipano incredibilmente di millenni l’introduzione di questi rituali!
Come descritto da The Daily Sabah, gli archeologi hanno rinvenuto i resti in posizione accovacciata o rannicchiata (alcuni dei quali con segni di tagli e ustioni) in svariati siti archeologici di Cina e Vietnam, e con minore frequenza tra Filippine, Laos, Thailandia, Malesia e Indonesia. Nell’esaminare le ossa, i ricercatori hanno osservato che i corpi erano probabilmente stati esposti a diverse fonti di calore, indicando che fossero stati essiccati sopra il fuoco per preservarne l’integrità. Questa tecnica di conservazione, descritta con la terminologia di “essiccazione affumicata”, era probabilmente una modalità di mummificazione adoperata da alcune comunità di cacciatori e raccoglitori dell’Asia sud-orientale.
Secondo Hirofumi Matsumura, il principale autore dello studio e ricercatore della Sapporo Medical University in Giappone, questa pratica “consentiva alle persone di preservare un legame corporeo e spirituale con i loro predecessori, facendo così da ponte tra tempo e memoria. ” I risultati indicano che queste culture avevano già sviluppato tradizioni rituali complesse ben prima di quanto si credesse.
Tuttavia, alcuni studiosi hanno avvisato di procedere con cautela. Rita Peyroteo Stjerna, esperta in Evoluzione Umana presso l’Università di Uppsala in Svezia, ha evidenziato quanto le tecniche di datazione potrebbero essere migliorate e precisato che non risulta ancora chiaro se la mummificazione tramite questo tipo di essiccazione sia stata effettivamente attuata in maniera uniforme in tutte le superfici esaminate. “Tuttavia,” avrebbe aggiunto, “questa rappresenta una scoperta importante per lo studio delle pratiche funerarie preistoriche.”
Infine, i ricercatori dello studio hanno sottolineato che la mummificazione non è solo storia antica. Difatti, alcune comunità indigene in Australia e Papua Nuova Guinea continuerebbero a fumigare e mummificare i propri defunti anche al giorno d’oggi, mantenendo così vive tradizioni antichissime che riflettono quell’estremamente profonda connessione culturale che è quella con i propri antenati.