Troppo sottovalutati (depositphotos.com) - www.sciencecue.it
Una ricerca mostra che ogni anno i fulmini causano la morte di 320 milioni di alberi, liberando fino a 1,09 miliardi di tonnellate di CO₂
In un’immagine frequentemente collegata ai fenomeni naturali, i fulmini incarnano anche una delle forze più sottovalutate ma che influenzano fortemente le foreste.
Ogni anno, infatti, centinaia di milioni di alberi non cadono a causa di incendi distruttivi o malattie, ma semplicemente per un’improvvisa scarica elettrica. Come riportato anche dall’ANSA, una ricerca recente ha calcolato che sono 320 milioni gli alberi che muoiono ogni anno a causa dei fulmini, una cifra che mette in evidenza una minaccia naturale non trascurabile.
Proprio questa stima di notevole portata ci spinge a riflettere sul ruolo dei disastri naturali nel contesto climatico. In un’epoca in cui gli incendi ottengono grande attenzione e il disboscamento umano è sotto i riflettori, i fulmini si rivelano come attori silenziosi ma influenti.
Con il rilascio annuale di 0,77–1,09 miliardi di tonnellate di CO₂ – una quantità simile alle emissioni generate dalla combustione di biomassa nei grandi incendi – questa dinamica naturale gioca un ruolo chiave nella responsabilità climatica. E, in un mondo sotto “fuoco”, dove i temporali diventano sempre più frequenti e intensi, è fondamentale riconoscere e modellare adeguatamente l’importanza di questa variabilità naturale.
Secondo la ricerca a cura della Technical University of Munich (TUM), pubblicata su Global Change Biology e menzionata per l’appunto dall’ANSA, i fulmini provocano la morte di circa 320 milioni di alberi ogni anno, il che corrisponde al 2,1%-2,9% delle perdite globali di biomassa vegetale all’anno. Il legno che si accumula a seguito di queste morti rilascia nell’atmosfera tra 0,77 e 1,09 miliardi di tonnellate di CO₂, una quantità simile a quella prodotta dalla combustione di vegetazione viva durante gli incendi boschivi.
Questa emissione è paragonabile, per entità, alle emissioni annuali del settore dell’aviazione, secondo Earth.com, ma resta per lo più invisibile alla nostra attenzione: mentre gli incendi attraggono l’attenzione dei media, i fulmini operano “nell’ombra” del bosco.
ScienceAlert segnala che un fulmine può mediamente sterminare 3,5 alberi, anche a causa di effetti indiretti come il “flashover”, ovvero l’elettricità che salta tra le chiome delle piante vicine. Questo effetto amplificante fa sì che un singolo impatto si trasformi in un evento di distruzione di notevole portata, in particolare nelle foreste tropicali, caratterizzate da alberi alti e vegetazione densa.
L’impatto diventa ancora più grave se ci si proietta verso il futuro. Secondo Yale Environment 360, il riscaldamento globale porta a temporali convettivi sempre più violenti, che provocano un aumento dei fulmini, in particolare nei tropici, ma anche nelle foreste temperate e boreali. Inoltre, studi a cura di Mongabay mettono in luce come nei boschi tropicali, come nel caso del Panamá, fulmini e venti intensi siano già tra i principali fattori di mortalità degli alberi. I modelli prevedono che questo fenomeno potrebbe estendersi a latitudini superiori con il progredire del cambiamento climatico.