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Fulmine da record negli Usa: 829 km, il più lungo mai misurato

Con i suoi 829 km, il megaflash negli Stati Uniti segna un nuovo record. Un evento di grande intensità, probabilmente ripetibile!

Nel vasto panorama delle forze naturali, i fulmini si presentano come esplosioni di energia straordinaria, effimera nel tempo ma in grado di trasformare paesaggi e suscitare paure antiche. Tuttavia, alcune manifestazioni, come quella proveniente dagli Stati Uniti, ridefiniscono le conoscenze preesistenti sull’elettricità atmosferica.

Un fulmine, nato nel centro delle Grandi Pianure, ha percorso orizzontalmente 829 chilometri, compresi Texas, Louisiana, Mississippi, Alabama e concludendo nel Missouri. Questa è la scarica elettrica più estesa mai registrata: un “megaflash” che merita un posto nei libri di storia della meteorologia!

La notizia, pubblicata dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale e rilanciata dall’ANSA, nasce da un’analisi retrospettiva dei dati satellitari riguardanti eventi avvenuti il 29 aprile 2020. Solo grazie ai sensori ad alta risoluzione collocati sui satelliti GOES-16 e GOES-17 della NOAA, si è potuto tracciare interamente il percorso del fulmine, andando oltre le capacità dei radar terrestri convenzionali.

La scoperta, oltre alla sua imponenza numerica, stimola nuove considerazioni sulla fisica atmosferica e sui potenziali pericoli connessi a fenomeni estremi, sempre più comuni in un clima in evoluzione discordante.

Un megaflash da record

Secondo la WMO , il fulmine di 829 km ha superato il precedente primato di 768 km ottenuto nel 2018 in Brasile. La misurazione si fonda sulla nuova generazione di strumenti meteorologici geostazionari, in particolare sui Geostationary Lightning Mappers (GLM) della NOAA (ovvero la National Oceanic and Atmospheric Administration). Come evidenzia anche Scientific American, tali strumenti hanno completamente rivoluzionato l’analisi di fenomeni meteorologici a livello continentale, permettendo l’identificazione di “megaflash” finora invisibili ai sensori a terra.

Stando alle fonti, i “megaflash” sono fulmini straordinariamente estesi in orizzontale, generati da sistemi convettivi di mesoscala (ovvero gli MCS), grandi aree temporalesche capaci di produrre scariche elettriche durature e ramificate. Come spiega il National Weather Service, questi fulmini si estendono per centinaia di chilometri tra nubi ad alta quota, rimanendo attivi ben oltre il tempo tipico di una scarica normale. Il megaflash del 2020 ha avuto una durata superiore agli 8 secondi, un tempo estremamente lungo per un fenomeno di simile portata.

Un fenomeno eccezionale (depositphotos.com) – www.sciencecue.it

Fulmini sempre più estremi

Secondo gli esperti della NOAA e dell’Università del Colorado, i cambiamenti climatici stanno influenzando anche il comportamento dei temporali. Aumenti di temperatura generano maggiore instabilità atmosferica e un incremento della frequenza di temporali intensi. Come riporta Live Science, il numero di fulmini registrati negli Stati Uniti è in aumento, così come il rischio di eventi estremi simili a questo megaflash da record.

Oltre al valore scientifico, eventi di questo tipo hanno conseguenze concrete. I fulmini orizzontali possono colpire zone lontane dal centro della tempesta, rendendo imprevisti i danni a infrastrutture, aeromobili, linee elettriche e foreste. Come sottolinea anche il The Weather Channel, è necessario aggiornare le linee guida di sicurezza per classificare al meglio questi fenomeni eccezionali.

Published by
Serena Mancusi